Seydou_Diallo morto di freddo a GenovaGenova – Non era un clochard ma un manager laureato e a lungo cooperatore di ONG internazionali in Africa Seydou Diallo l’uomo trovato morto di freddo su una panchina genovese e che a lungo è stato seguito dalle associazioni che si occupano di senza fissa dimora. Il colpo di scena quando la moglie, italiana e residente ad Arenzano, ha scoperto che il marito da cui si era separata ma che ancora amava, era stato trovato morto dalla polizia ferroviaria e che la Caritas lo aveva segnalato per le sue precarie condizioni di salute per una sistemazione di emergenza.
Si scopre così che il presunto clochard apparteneva in realtà ad una delle famiglie più ricche del Senegal , era laureato, con master a Parigi e aveva lavorato per un certo periodo negli Stati Uniti prima di diventare coordinatore di alcuni progetti di cooperazione internazionale in Africa e sposare due cittadine italiane.
Una storia dai mille colpi di scena, quella di Seydou Diallo (era sbagliato anche il nome fornito inizialmente) e finita in modo incredibile su una panchina di Genova.
Seydou aveva sposato una donna italiana una prima volta e dalla relazione è nato un bambino che ora è un ragazzo. La storia non aveva avuto un bel finale e l’uomo, che aveva 62 anni e non 72 come diffuso, si era risposato con una donna che ora vive ad Arenzano.
Dopo anni di felicità e di impegni internazionali sembra che nella vita dell’uomo fosse entrato l’alcol. Una dipendenza che lo ha distrutto.
La moglie, però, quando ha scoperto che l’ormai ex marito era seguito come clochard è rimasta sbalordita e si domanda come sia possibile che nessuno si sia rivolto a lei sapendo che erano separati ma ancora legalmente sposati.
Sembra che i due si fossero persi di vista all’incirca un anno fa quando la situazione era precipitata ed avevano deciso di separarsi e l’uomo si era trasferito vicino Rimini, da un parente.
Ora la donna ha scoperto che, in realtà, l’uomo che ha amato a lungo era tornato a Genova e che ormai viveva in condizioni disastrose.
Ora le resta la rabbia per non aver potuto far nulla per il marito che pensava lontano e che invece era bloccato su una panchina da un “mostro” che lo aveva ghermito ed intrappolato.