Genova – Un grosso nido di vespa killer velutina davanti alla facciata di un condominio e nessuno che intervenga per eliminarlo.
Sono sempre più preoccupati e arrabbiati i residenti della zona di via Stefano Castagnola, nel quartiere di Sturla dove, da oltre un mese, è stata segnalata la presenza di un grosso nido di vespa velutina, abitato da migliaia di insetti potenzialmente letali (non solo per gli allergici) ma, nonostante la regolare segnalazione agli organi competenti, non si riesce ad ottenerne la distruzione.
Il nido, grosso come una damigiana di vino e pieno di migliaia di vespe velutine, i famigerati calabroni asiatici, cresce indisturbato sulla cima di un albero, un abete, e dopo una serie di vicissitudini, compresi sedicenti “esperti” privati che si sono offerti per la rimozione per poi tirarsi indietro, il nido è stato “abbandonato” e nessuno tra i residenti riesce a far intervenire qualcuno.
Eppure la Vespa velutina è considerata un insetto alieno da estirpare. La sua diffusione è stata oggetto di feroci campagne europee per l’eradicazione ma oggi, con la fine dei fondi europei del progetto Stop Velutina, la faccenda si è molto complicata poiché solo alcuni volontari possono intervenire per distruggere i nido la sovrintendenza del Parco Regionale Alpi Liguri, nell’imperiese, e con lo stanziamento di circa 50 euro ad intervento a fronte di attrezzature che, da sole, costano migliaia di euro.
La vicenda inizia a ottobre quando i condomini del civico 26 di via Stefano Castagnola si “accorgono” di un enorme nido presente su un albero che cresce proprio di fronte alla facciata. Una sorta di damigiana color cartone, circondata notte e giorno da vespe ronzanti.
Dopo mille peripezie per cercare di capire cosa fossero e a chi spettasse la rimozione, vengono contattati da sedicenti esperti che si impegnano alla rimozione.
Nel frattempo, grazie alle ricerche a tappeto delle associazioni degli apicoltori, i primi a pagare per l’arrivo della Velutina con la distruzione di interi alveari, il nido è stato segnalato all’indirizzo salasituazione@parcoregionaledellealpiliguri.it,
che fa capo all’unica struttura autorizzata alla rimozione e l’unica ad avere il personale (volontario) formato per intervenire nel modo corretto, con le assicurazioni necessarie e con le attrezzature adeguate.
Il neutralizzatore entra in azione, contatta i segnalatori e “si deve fermare” perché risulta un intervento già pianificato che, al 15 novembre, ancora non è stato eseguito e neppure è dato sapere la data della sua esecuzione.
Intanto residenti della zona e apicoltori “fremono” perché le vespe continuano a volare e a rappresentare un pericolo per la sicurezza dei Cittadini e perché, con l’arrivo del freddo, dall’enorme nido partono decine – forse centinaia – di nuove Regine che, alla prossima primavera e dopo l’invernamento (diapausa) fonderanno nuovi nidi.
“E’ fondamentale, quindi, non perdere tempo – spiegano i residenti – perché oltre ad avere le vespe che volano sui terrazzi e attraverso le finestre del quartiere, un numero impressionante di Regine sta nascendo e si feconda, per poi cercare un riparo per l’inverno e riemergere ai primi caldi pronte per fondare altri nidi e colonie, in un effetto a catena esponenziale e che porterà la città ad una emergenza insetti volanti”.
La velutina, inoltre, non è affatto una “vespa comune” come sembra si voglia far credere. In Francia, dove si è diffusa già da un decennio ed oltre, fa registrare decessi anche tra le persone non allergiche per la sua aggressività nella difesa dei nidi (vedi articolo 1 e articolo 2)
per questo motivo dovrebbe essere prioritario combatterla ma, al momento, la situazione è confusa e i mezzi drammaticamente inadeguati.
Si pensi che mentre in Piemonte si sperimentano mini rilevatori da attaccare alle vespe che poi volano verso il nido permettendo la localizzazione, in Liguria la “caccia” è delegata a volontari spesso formati dalle associazioni degli apicoltori e che devono operare con scarsi mezzi e su territori immensi, e “ricompensati” con rimborsi spesi di poche decine di euro a fronte dell’uso di attrezzature da migliaia di euro.
Cosa fare se si vedono dei nidi di vespa velutina
Con l’avanzare dell’Autunno e la caduta delle foglie degli alberi è più facile notare le grosse “palle” di color cartone attaccate ai rami di grossi alberi
Chi dovesse individuarne una non deve perdere tempo e deve scrivere una email all’indirizzo salasituazione@parcoregionalealpiliguri.it
allegando foto e video e un punto GPS del nido o indicazioni precise su dove si trova.
L’indirizzo fa capo al Parco Regionale delle Alpi Liguri che ha avuto l’incarico da Regione Liguria di coordinare la “guerra” alla vespa velutina.
Al momento questo sopra è l’unico canale ufficiale e diretto e chiamare Vigili del Fuoco o forze dell’ordine non risolve la situazione poiché non possono intervenire.
Si possono contattare anche le associazioni degli Apicoltori riconosciute dalla Regione:
AlpaMiele
ApiLiguria
o l’associazione Amici delle Api o, ancora, scrivere alla nostra Redazione (redazione@liguriaoggi.it o via whatsapp 351 5030495 che gireranno la comunicazione a chi di dovere
A Genova, al momento, sono stati trovati diversi nidi attivi (in ordine temporale)
Nido di Sestri Ponente
Nido di Struppa (vivaio Aster)
Nido di via Stefano Castagnola
Nido di Struppa 2
Nido di via Mogadiscio
Qui sotto esempi di come può presentarsi il nido