Sanremo (Imperia) – Sarà un’indagine a chiarire le circostanze della notte di violenze registrate nel carcere di Valle Armea con il ferimento di sei persone. Secondo le prime ricostruzioni alcuni detenuti, completamente ubriachi, avrebbero circolato nella struttura, da una sezione ad un’altra, scatenando risse e violenze che hanno portato al ricovero di alcune persone nell’area ospedale del carcere.
A denunciare gli episodi il sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) che parla di carenza di personale che avrebbe portato a forme di “autocontrollo” da parte degli stessi detenuti di alcune aree della struttura.
L’arrivo di una bevanda alcolica tra le celle – probabilmente autoprodotta con la fermentazione di frutta – avrebbe portato ad un consumo anomalo che ha scaldato gli animi sino a scatenare le violenze.
“Sei di loro sono stati trasportati d’urgenza in ospedale – denuncia Vincenzo Tristaino, segretario per la Liguria del Sappe – La situazione interna è definita fuori controllo, aggravata da turni massacranti per il personale, carenze croniche di organico e un’organizzazione fallimentare. Alcune sezioni sarebbero addirittura gestite da detenuti con ruoli informali di comando, una struttura che ormai rappresenta il collasso del sistema penitenziario”.
Secondo il sindacato, poi, gli uomini e le donne della polizia penitenziaria sarebbero “eroi silenziosi che continuano a pagare le conseguenze dell’attuale sistema carcerario mentre la politica e le associazioni del pianeta carceri si preoccupa unicamente dei ventilatori, frigoriferi e le celle dell’affettività, mentre chi soffre realmente nelle carceri italiane, numeri alla mano viste le molteplici aggressioni, sono i poliziotti penitenziari”.
Per Tristaino, “la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della polizia penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, servono strumenti concreti ed efficaci per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam”.
Il segretario generale del SAPPE Donato Capece giudica la condotta dei detenuti “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri in Liguria sono ad alta tensione”.
Si parla di oltre 1.370 persone detenute a fronte di circa mille posti letto regolamentari e per la struttura di Valle Armea si parlerebbe di 258 detenuti per 210 posti.
Il sindacato rinnova inoltre la richiesta di potenziamento degli organici della polizia penitenziaria dei reparti regionali, rammentando che “la popolazione carceraria nazionale attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio; 30% di detenuti extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti”.
Il leader nazionale del SAPPE ricorda infine che “il SAPPE da decenni chiede l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene ma anche la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nei circuito detentivo ordinari.