HomeLa SpeziaCronacaLa Spezia, navi con armi in arrivo, scatta la mobilitazione

La Spezia, navi con armi in arrivo, scatta la mobilitazione

Genova armi portoLa Spezia – Un appello alla mobilitazione lanciato da associazioni pacifiste e contro il traffico di armi che interessa anche lo scalo spezzino.
L’attenzione è rivolta ad alcune navi che potrebbero trasportare armi e che sono già state oggetto di segnalazioni da parte di gruppi di portuali greci e italiani che si oppongono all’uso dei porti per i traffici di armamenti.
Nell’appello, firmato da Rete spezzina Pace e Disarmo e The Weapon Watch si parla della “Cosco Pisces”, una grande porta container che avrebbe dovuto far scalo il 25 luglio alla Spezia, e che si è fermata al largo, a trenta miglia dalla costa ligure.
“L’attenzione sulla nave è stata richiamata dai portuali del Pireo – si legge su una comunicazione social dei gruppi pacifisti – Infatti – secondo i portuali greci – avrebbe in stiva cinque container carichi di componenti militari in acciaio che stanno compiendo un lungo viaggio: partiti dal porto di Mumbai (India) a fine giugno per Singapore, sono stati qui caricati sulla «Cosco Pisces», grande porta container da 20.000 TEU che Cosco gestisce sulla rotta Asia-Mediterraneo. Individuati al Pireo perché destinati a IMI Systems, uno dei grandi contractors dell’industria militare israeliana, i cinque container sono con tutta probabilità in procinto di essere re-imbarcati su una nave feeder diretta in Israele in uno dei prossimi porti che la «Pisces» dovrebbe toccare, appunto La Spezia, poi Genova, Marsiglia-Fos, Valencia, prima di ripartire per il Far East. I portuali greci e italiani hanno chiamato alla mobilitazione anche i colleghi francesi e spagnoli”.
Una seconda nave, oggetto di attenzione – è arrivata al porto a La Spezia e, sempre secondo l’appello lanciato da chi si oppone ai traffici di armi, si tratterebbe della “Aal Gunsan”, battente bandiera cipriota e che solitamente opera in charter. Secondo fonti locali, che non abbiamo potuto verificare, avrebbe imbarcato al molo Garibaldi due container contenenti due cannoni e munizioni diretti in Indonesia”.
Le associazioni evidenziano il pericolo che la città di La Sezia e il suo porto “possano divenire il crocevia di traffici destinati ad alimentare guerre, in particolare quella in corso a Gaza, in cui Israele sta violando i più elementari diritti umani e compiendo azioni genocidarie che sono sotto indagine da parte di tribunali internazionali”.
In proposito viene ricordato un recente caso a Ravenna che ha visto il coinvolgimento di rinomate aziende lombarde in un tentativo di esportare in Israele come “fucinati di acciaio” 14 tonnellate di componenti di cannoni, nonostante il divieto governativo”.
L’appello chiede poi all’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure orientale di esercitare tutti i controlli richiesti dalla legge 185/1990 e maggior trasparenza e dati certi circa il passaggio di armi dai porti della Spezia e di Marina di Carrara, i rispettivi quantitativi in esportazione, importazione e transito e le relative destinazioni. Dati che sarebbero a conoscenza delle medesime autorità.
“Chiediamo inoltre ai rappresentanti eletti nel Comune di La Spezia – si legge nell’appello – di prendere posizione pubblicamente circa eventuali legami del tessuto economico spezzino con l’economia di guerra di Israele, di cui è prova l’annunciata presenza alla prossima edizione di SeaFuture di una delegazione ufficiale della Marina israeliana”.
(nella foto carico di armi in transito nel porto di Genova)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui