Genova – La nuova banchina di approdo costruita a lato del porticciolo turistico di Nervi non convince e crescono le perplessità per le scelte “estetiche”.
La costruzione della piattaforma in cemento armato all’ingresso dell’insenatura del levante genovese è stata ultimata ma non si placano le perplessità sulla sua realizzazione.
“Pensavamo a qualcosa di meno impattante sotto il profilo estetico – spiegano i segnalatori – con una cura maggiore per l’aspetto generale del luogo. Invece ci pare abbiano costruito una banchina da porto commerciale, senza tenere conto che siamo a Nervi e non, con rispetto parlando, in un terminal merci”.
La colata di cemento balza effettivamente agli occhi di chi, dalla passeggiata Anita Garibaldi, in questo periodo ancor più frequentata dai turisti, e l’assenza – almeno per ora – di imbarcazioni che attraccano e ripartono, non offre la “spiegazione” per l’opera.
“Si continua a pensare al porticciolo di Nervi più come ad una struttura logistica che ad uno storico affaccio sul mare, con le sue tradizioni, i suoi angoli suggestivi e l’aspetto pittoresco di un borgo marinaro. La darsena costruita al posto della piscina è un fallimento progettuale e si riempie di alghe costando decine di migliaia di euro ad ogni intervento di pulizia ed ora vedremo quali imbarcazioni approderanno a questa banchina.
Il progetto, sbandierato, di un servizio “via mare” dal centro al levante, infatti, non convince. La linea è notoriamente in crisi e fatica a reggersi in piedi e ora, l’idea di una nuova linea verso il levante appare ad alcuni più una “motivazione” che una conseguenza.
“Ci domandiamo come sia pensabile – spiegano i segnalanti – che una linea non protetta dalla diga foranea possa avere più fortuna di quella in grave crisi a ponente e con gran parte del percorso al riparo. Temiamo che, come al solito, siano state presentate delle idee fantasiose ma non attuabili invece di fare una seria analisi di fattibilità”.
Altre perplessità arrivano anche da chi il porticciolo lo usa per le barche ed aveva già previsto il flop della darsena, conoscendo le correnti marine.
“Da sempre il porticciolo tende ad insabbiarsi – spiegano alcuni anziani pescatori – e ci domandiamo chi abbia pensato di restringere l’imboccatura invece di allargarla. Ci piacerebbe che i progettisti venissero in piazza, qui a Nervi, a mostrarci gli studi fatti sulle correnti. Speriamo abbiano tenuto conto della potenza delle mareggiate o, alla prima libecciata, la banchina finirà a pezzi sul fondale e bloccherà l’accesso al porticciolo”.
Una previsione fatta da chi, quando si discuteva della darsena, avvertiva che si sarebbe riempita di alghe e sabbia, veniva deriso dagli “esperti” e oggi scuote la testa ogni volta che si spendono decine di migliaia di euro per ripulire quelle alghe che non avrebbero dovuto presentarsi ed invece lo fanno ad ogni mareggiata.
“Non serviva una laurea in ingegneria idraulica per prevederlo – sogghignano amaramente i pescatori – anche quello di noi che ha fatto poche presenze tra i banchi di scuola aveva già previsto tutto”.
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