Savona – Una ragazzina di 13 anni abbandonata alle 3 di notte davanti all’ingresso dell’aeroporto di Dublino dalla “responsabile” del soggiorno studio. E’ l’accusa che una famiglia muove contro una nota azienda che organizza viaggi studio in Inghilterra ed in Irlanda per imparare la lingua inglese frequentando corsi sul posto e vivendo con le famiglie ospitanti.
Secondo la denuncia presentata dalla famiglia, infatti, la ragazzina di appena 13 anni sarebbe stata “rispedita” in Italia dopo appena 6 giorni e con modalità che meriterebbero l’attenzione della Giustizia.
Tutto inizia con il viaggio studio a Dublino, in Irlanda, secondo una modalità molto diffusa tra i giovani: il corso di inglese vivendo presso famiglie del posto disponibili – e spesso pagate – ad accogliere e seguire i ragazzi in arrivo da altri Paesi e che spesso non parlano bene la lingua locale.
La famiglia ha pagato una cifra di tutto rispetto per il corso ma, dopo appena 6 giorni, avrebbe ricevuto la telefonata allarmata e disperata della ragazzina che avrebbe riferito che la responsabile del viaggio le aveva comunicato la decisione di farla rientrare prima del tempo in Italia per non meglio precisati “problemi con le famiglie”.
Subito sono partite le comunicazioni tra la famiglia della ragazzina, che pretendeva il completamento del corso e della permanenza – la responsabile del corso che non voleva sentire ragioni e l’azienda che, in Italia, propone i soggiorni di studio.
Una trattativa piuttosto complicata secondo la denuncia della famiglia e che si è trasformata nella decisione di pagare un ulteriore biglietto aereo per far rientrare la figlia, per evitare che potesse essere lasciata senza sistemazione familiare per il resto della vacanza studio.
Sempre secondo la denuncia della famiglia, però, la responsabile del viaggio avrebbe lasciato sola la ragazzina, davanti all’ingresso dell’aeroporto di Dublino, alle 3 di notte e senza un adulto a preoccuparsi di lei e ad assicurarsi che salisse sul volo in sicurezza.
Circostanze che hanno mandato su tutte le furie la famiglia della ragazzina che dovuto cercare da sola l’imbarco, il percorso per il gate e imbarcarsi sul volo completamente da sola e senza assistenza di un adulto.
I genitori della ragazza chiedono che sia la Giustizia a valutare la correttezza del comportamento della persona cui era stata affidata la ragazza minorenne e quella dell’azienda italiana che potrebbe avere una sua responsabilità in quanto accaduto.
Il caso sta sollevando roventi discussioni, soprattutto sui social, dove sono moltissimi i genitori preoccupati per i figli in partenza e che chiedono chiarezza nel tipo di assistenza che le aziende italiane devono garantire ai ragazzi all’estero.
La famiglia della ragazzina si prepara a presentare analoga denuncia anche alle autorità irlandesi. L’ipotesi di accusa è di abbandono di minore.

























