Genova – Sette mesi per poter fare un esame OCT alla retina. In Liguria può accadere anche questo e la salute può trasformarsi in un diritto negato.
La segnalazione arriva da Genova dove una persona che deve sottoporsi ad un esame specialistico per escludere una grave malattia, potenzialmente invalidante, si è sentita offrire un posto per il 15 giugno 2016 presso l’ospedale San Martino di Genova, alla clinica oculistica.
L’iter seguito è quello classico: una prescrizione dell’oculista, il passaggio dal medico curante, la chiamata al numero verde del Cup, il centro di prenotazione degli esami medici.
Il paziente era piuttosto preoccupato dalle parole dell’oculista che, notando alcune anomalie nella pigmentazione della retina, ha suggerito l’esame diagnostico “per precauzione” ma senza nascondere la possibilità che l’esame possa rivelare una patologia piuttosto seria e potenzialmente invalidante.
La chiamata al Cup ha raggelato lo sfortunato cittadino che si è sentito rispondere dall’addetto alla prenotazione che il primo posto disponibile è per il 15 giugno 2016, sette mesi dopo.
La risposta della Sanità pubblica ligure è quantomeno “lenta” e preoccupa il fatto che i tagli decisi dal Governo possano influire ancora di più su un servizio già “precario”.
Se un medico decide che un esame è necessario per escludere una situazione di possibile rischio, infatti, la risposta del servizio sanitario nazionale dovrebbe essere immediata o, quantomeno, rapida.
Rinviare un esame a sette mesi di distanza, non può certamente essere considerato come “risposta”.
A far infuriare il paziente, poi, la scoperta che, rivolgendosi ad un istituto privato e pagando 140 euro, l’esame si può fare in tre giorni.