Milano – Ennesimo caso di rapporti difficili tra fisco e compagnie multinazionali. Questa volta tocca a Google, accusata di aver occultato al fisco italiano una “stabile organizzazione” sul territorio nazionale, per poter pagare le tasse in stati dal fisco decisamente più “accomodante”. L’azienda di Mountain View è sospettata di aver elaborato un complesso sistema per pagare le royalties alle sedi irlandesi e olandesi, con perdite notevoli per l’erario italiano. Quanto notevoli? Circa 227 milioni di euro, secondo il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano. A questa cifra si arriva sommando le imposte su 100 milioni di ricavi che non sarebbero stati dichiarati tra il 2009 e il 2013, e altri 200 milioni di tasse non pagate sulle royalties da versare allo Stato italiano.
Le Fiamme Gialle hanno sequestrato alcune mail che proverebbero come alcuni servizi come quello della pubblicità fossero stabilmente organizzati in Italia. La Gdf di Milano sarebbe prossima a concludere il verbale. Sarà poi l’Agenzia delle entrate a stabilire la cifra esatta che Google dovrà pagare. L’azienda potrebbe vedersi notificata la chiusura della verifica fiscale già nella giornata di oggi, e avrà a quel punto la possibilità di provare a “ritrattare” la cifra.
Google si era già detta disposta a pagare 114 milioni per sanare il “buco” relativo al periodo 2008-2014, ma – ha precisato l’azienda – “allo scopo di evitare un potenziale, lungo e faticoso confronto con l’amministrazione finanziaria”, senza dunque alcuna ammissione di colpevolezza, anzi, senza “alcuna accettazione di una presunta erroneità o incongruità” nelle proprie azioni.