Genova – Nuova udienza per il processo per l’alluvione che ha colpito il capoluogo ligure nell’ottobre del 2014 e nella quale ha perso la vita l’ex infermiere Antonio Campanella.
In aula, interrogata a porte chiuse, l’ex assessore alla Protezione Civile della Regione Liguria, Raffaella Paita.
“Oggi mi sono presentata all’interrogatorio richiesto da me e dai miei legali – ha dichiarato Paita all’uscita dall’udienza – Ho risposto serenamente, e con precisione, a tutte le domande che mi sono state poste. Ritengo che la mia posizione sia chiara e per questo ho chiesto che possa essere definita in giudizio abbreviato”.
Secondo i legali dell’ex assessore regionale, però, non si tratta di una ammissione di colpa bensì di una reale convinzione della propria innocenza.
Raffaella Paita resta dell’idea, infatti, che non fosse suo compito diramare lo stato di Allerta poichè non rientrerebbe nei suoi “ruoli” mentre, a suo parere, doveva essere un tecnico a far scattare il provvedimento che avrebbe potuto mettere in allarme i genovesi e, probabilmente, salvare la vita alla vittima, travolta mentre guardava la piena del Bisagno e ridurre i danni per effetto delle contromisure che potevano essere adottate.
Una posizione diametralmente opposta a quella delle parti civili che, inoltre, evidenziano che con il rito abbreviato la Regione Liguria non sarebbe più respinsabile civilmente dei danni subiti dai genovesi.