Roma – L’influenza non molla la presa sull’Italia. La settimana scorsa è stata superata la soglia epidemica per la prima volta, con tre settimane d’anticipo rispetto agli ultimi due anni; oltre al superamento della stessa soglia, il numero di persone ammalate è in crescendo. A dirlo sono i dati inviati all’Istituto Superiore di Sanità dai medici sentinella che presidiano il territorio, dati che vengono raccolti nel database on line Influnet, gestito dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene opportuno diffondere per metterci in guardia e per cogliere l’occasione per ricordare alcuni semplici consigli.
Secondo i dati il bollettino, fino ad oggi sono stati già 500mila e si stima che alla fine di febbraio l’epidemia avrà colpito 7 milioni di persone. I tipi virali responsabili dell’influenza sono due: A e B. Il virus di tipo “A” circola attualmente nell’uomo con due sottotipi: H1N1 e H3N2. Il virus di tipo B non possiede sottotipi, ma comprende due lineaggi con corredo antigenico distinto: Yamagata e Victoria. Tra le persone più a rischio si trovano i bambini piccoli, gli anziani di età superiore a 65 anni, le donne in gravidanza, le persone con patologie cronico-recidivanti e coloro che vivono a contatto delle comunità (ospedali, caserme, scuole, case di cura, ecc.).
La capacità dell’influenza di mettere a rischio la salute viene troppo spesso sottovalutata da cittadini e operatori sanitari, basti: non a caso in Italia si verificano ogni anno in media da 5 a 8 milioni di casi. Il rischio di trasmissione dell’infezione può essere ridotto applicando delle regole generali come evitare luoghi affollati, lavarsi regolarmente le mani con acqua e sapone, coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce o starnutisce ed evitare di esporsi a sbalzi di temperatura. Un toccasana indispensabile è poi il riposo, per chi è malato: per tale ragione è opportuno rimanere a casa, evitando di intraprendere viaggi e di recarsi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti potenzialmente infettanti.