Savona – Il Palazzo Comunale illuminato di blu dalla scorsa notte per sostenere la battaglia dei genitori di Charlie Gard, il neonato affetto da una malattia incurabile – e che lo porterà certamente alla morte secondo tutti gli esperti contattati dalle autorità inglesi – che il Tribunale inglese ha sottratto alla patria potestà dei genitori perchè non vogliono accettare il distacco delle macchine che lo tengono in vita, provocando inutili sofferenze secondo le perizie dei medici interpellati, o in attesa che possa essere trovata una cura anche sperimentale, secondo quanto chiesto dai genitori.
Si infiamma anche a Savona la discussione sul caso più “controverso” della medicina moderna. Il sindaco Ilaria
Caprioglio, a seguito della proposta da parte delle associazioni Generazione Famiglia e citizenGO ha disposto che il palazzo del Comune venga illuminato di blu per il fine settimana per aderire alla campagna #blue4charlie.
Una scelta che non è stata “gradita” da quei cittadini che, invece, sono contrari all’accanimento terapeutico denunciato dai medici inglesi e contro la campagna che strumentalizza la sofferenza di un neonato per contrastare la libera scelta di porre fine alle sofferenze delle persone malate.
Il dibattito ruota attorno alla sentenza del Tribunale inglese, accettata anche dalla Corte di Giustizia Europea, secondo cui il neonato soffrirebbe in modo inutile e inumano per la sua condizione irrevocabile e che lo porterà senza alcuna speranza diversa, alla morte.
Il giudice, ascoltate le più alte figure medico-scientifiche inglesi – che sono tutte concordi nel sostenere che non esiste alcuna cura per la malattia e che il piccolo Charlie starebbe soffrendo inutilmente – ha deciso di sottrarre il piccolo alla patria potestà dei genitori che, invece, si oppongono al distacco delle macchine che tengono in vita il loro unico figlio.
Una decisione inappuntabile sotto il profilo giuridico internazionale ma, ovviamente, difficilmente comprensibile da chi pensa che un genitore possa (e debba) decidere della vita del proprio figlio.
Un interessante caso di giurisprudenza per chi è appassionato alla materia ma anche un caso di sensazionalismo mediatico con uno schieramento “pro” o “contro” che non spiega le reali ragioni della decisione del Tribunale ma oppone invece “vita” contro “morte”.
I giudici inglesi hanno più volte ribadito che non c’è alcun dubbio che, se fosse dimostrata l’esistenza di una possibilità di cura, il provvedimento verrebbe ritirato.
Ma tale eventualità non si è ancora presentata e, dunque, in diritto, si sceglie di porre fine alle sofferenze di un neonato facendo prevalere il diritto di questo ad una morte dignitosa al “diritto” dei genitori di scegliere di farlo soffrire per una speranza che la Scienza, al momento, non può dare.