Baltimora – La conferenza che si è svolta a Baltimora ha confermato l’impegno dei vescovi americani per la canonizzazione di Alce Nero, il capo Sioux che, in caso di conclusione favorevole, sarà il primo santo Pellerossa della storia della Chiesa.
In realtà nel 2012 un’altra donna originaria del continente Americano era stata canonizzata da Papa Benedetto XVI, Kateri Tekakwitha, patrona del Canada, ma per il guerriero leader del popolo Sioux si tratterebbe di una vera e propria svolta.Gli eventi che portarono Alce Nero (Black Elk) a diventare il personaggio più importante della storia del popolo indiano cominciarono nel 1876, quando appena dodicenne partecipò alla Battaglia del Little Bighorn contro il generale Custer insieme agli indiani Sioux, guidati da Toro Seduto; da ragazzo, a 24 anni, raggiunse l’Inghilterra al seguito di Buffalo Bill e del suo spettacolo Wild West Show, esperienza che si rivelò deludente e che lo vide tornare in patria per combattere nuovamente, nel 1890, a Wounded Knee, battaglia durante la quale gli indiani vennero sconfitti. Si sposò con Katie War Bonnet, che si convertì al cattolicesimo e volle battezzare i loro tre figli; nel 1904 anche Alce Nero venne battezzato dai missionari nel giorno di San Nicola, e lo chiamarono con il nome cristiano Nicholas. Da allora si dedicò alla diffusione del messaggio cristiano battezzando centinaia di Sioux, insegnando la Bibbia, celebrando messe e predicando sermoni. La fede lo accompagnò fino alla fine dei suoi giorni, nel 1950, in una riserva del South Dakota.Anche prima di ricevere il sacramento del battesimo, Alce Nero fu uomo profondamente spirituale, e da cattolico iniziò a praticare una forma di sincretismo religioso che mescolava la religione occidentale alle pratiche dei nativi d’America. La notizia della beatificazione ha diviso la comunità indiana: secondo alcuni discendenti, il suo avvicinamento alla cultura degli uomini bianchi fu solo una manifestazione esteriore, ma dentro di sé non si discostò mai dalle sue origini.