Genova – Si dica ancora una volta che gli appuntamenti elettorali organizzati dai giovani sono frequentissimi a Genova a ridosso delle tornate elettorali. In questo senso Supernova, associazione di elaborazione politica, nata da un gruppo di ragazze e ragazzi con l’intento di proporre nuove strategie politiche, nella serata di lunedì 26 febbraio, nella chiesa sconsacrata del Carmine, ha portato a conclusione un appuntamento di dibattito durato quasi tre ore. Vi hanno preso parte i quattro candidati alle liste uninominali del Collegio elettorale di Genova, rispettivamente Pippo Rossetti (PD e coalizione di centrosinistra), Erminia Federico (Liberi e Uguali), Edoardo Rixi (Lega Nord e coalizione di centrodestra) e Marco Rizzone (Movimento Cinque Stelle). Ecco la sintesi delle risposte dei quattro candidati tema per tema.

I GIOVANI NEI PROGRAMMI ELETTORALI

“Servono investimenti in ricerca, formazione, università per aiutare i giovani, risorsa per il Paese. Per questo prevediamo uno stanziamento di 17 miliardi per chi fa figli, perché deve avere la possibilità del rimborso dell’asilo, rimborso spese pannolini. Altrimenti è impossibile mettere su famiglia. Serve anche un lavoro il più possibile stabile altrimenti le banche non concedono neppure un mutuo: persone col dottorato, molto qualificate ma con un contratto a tempo determinato, non possono avere neanche a una carta di credito. Stiamo all’erta con politiche che incentivino quei settori dove nel futuro serviranno persone altamente qualificate. Mettere su un’impresa, da soli, è oggi difficilissimo: serve un più favorevole accesso al credito e permettere a chi vuole mettersi in gioco” (Marco Rizzone, M5S)

“Più di 250mila ragazzi italiani sono usciti dall’Italia e c’è un problema strutturale dettato da mosse come il blocco del turnover nella PA oppure la Legge Fornero. Oltretutto è impossibile innovare processi di lavoro perché oggi vi trovate a che fare con persone di 62/63 anni che dovrebbero trasformarsi in innovativi e digitali e fare corsi di formazione per lavorare ancora un paio d’anni. E non puoi assumere gente di 18/20 anni in un settore come la Pubblica Amministrazione. Se non tornerà conveniente investire qui in Italia, una ripresa sarà difficile e il futuro dei giovani difficilmente sarà in Italia. Il problema principale dei giovani è dar loro la possibilità di credere che il loro futuro possa essere realizzato almeno sul territorio nazionale” (Edoardo Rixi, Lega Nord)

“Il tema dei giovani mi fa parlare del PIE: prodotto interno educativo. Abbiamo una crisi in questo ambito. Lo valutiamo sul numero di ragazzi che sono in abbandono scolastico, sul loro processo di consapevolezza e partecipazione ai processi civili. Siamo lontanissimi nel formare i giovani, nelle scuole e nelle università, al mondo del lavoro. Il tema del lavoro si affronta in processi infrastrutturali: banda larga, Ferrovie, autostrade. Serve essere più competitivi, servono processi in grado di far nascere qui mercato del lavoro. Per i giovani e il futuro del paese abbiamo investito sui processi di digitalizzazione” (Pippo Rossetti, PD)

“Il lavoro precario va combattuto una volta per tutte. Unico contratto deve essere quello a tempo indeterminato. A tempo determinato lo si potrà proporre solo con clausole che lo giustifichino in limitatissimi casi eccezionali. Il lavoro precario colpisce anche i meno giovani. Abbiamo poi questa fissazione del diritto allo studio: stanno venendo fuori molto ditte all’estero che necessitano di laureati in facoltà umanistiche. In Italia serve immettere più giovani preparati nel mondo del lavoro” (Erminia Federico, Liberi e Uguali)

TEMA FISCALE

“Parlando di tasse, non vorremmo toglierne a quelli che guadagnano molto ma viceversa. Si deve poi contrastare l’evasione: gli ultimi cinque anni di Governo hanno portato i migliori risultati in chiave lotta all’evasione. Per essere competitivi come paese dobbiamo ridurre il costo del mercato del lavoro: e vorremmo anche sostenere il tema della maternità e della paternità responsabili. Riteniamo che con 8 miliardi di coperture, raggiungibili in cinque anni, si possa cambiare il sistema delle deduzioni e degli assegni familiari consentendo a chi ha figli fra 0-18 anni possa ricevere un contributo di 240 euro. Oggi poi una partita IVA oppure un povero che non riceve busta paga non riceve nulla se ha un figlio: questa misura raggiungerebbe in modo progressivo le fasce più deboli. Non vogliamo togliere gli 80 euro dati, ma continuare con una riduzione progressiva delle tasse. Stiamo anche cercando di cambiare il sistema fiscale dell’autocompilazione della dichiarazione dei redditi, in modo tale che la tua dichiarazione dei redditi nasce in realtà dalla tua azione di segnalazione delle spese via via fatte. Il tema della legalità sta alla base del contrasto all’evasione” (Pippo Rossetti, PD)

“Proposte come la Flat Tax sono pericolose e inique: noi non proponiamo un mantenimento delle aliquote uguali per tutti, ma un abbassamento delle aliquote esistenti e l’estensione della No Tax Area sino a 10mila euro. Inoltre il fisco non deve opprimere gli imprenditori, come accade oggi: vogliamo abbassare IRAP e altre tasse che riguardano l’imprenditoria. Poi bisogna distinguere i piccoli evasori dai grandi evasori: l’evasione va combattuta a tutti i livelli, ma in quest’ultimo caso, quello della grande evasione, lo Stato è abbastanza assente. Lotta all’evasione e unificazione delle banche dati sono punti cardine del nostro programma. Insomma, possiamo conoscere gli evasori prima ancora che scoprano di essere evasori” (Marco Rizzone, M5S)

“Ripartendo dalla Flat Tax, si dica che esiste già sui capitali, ma non sul lavoro. Ad esempio la cedolare secca sugli immobili prevede una tassazione del 10% non in base a quanti immobili uno abbia, ma sulla singola proprietà. Quest’anno verrà portata al 15% ma resterà comunque assai più bassa che quella legata al lavoro. Nell’ultimo anno è stata comunque l’unica entrata dello Stato. Riteniamo fondamentale avere un’aliquota che non colpisca le fasce più deboli: tanto perché prevediamo un’esenzione sino a 15mila euro di reddito (il 5% del gettito fiscale è prodotto da quasi la metà dei contribuenti che oggi guadagnano di meno), poi perché vorremmo far nascere la cosiddetta “famiglia fiscale” e vi sarebbe un reddito assoggettato al nucleo familiare con esenzione di 3mila per componete. Questo per garantire una progressività nell’applicazione. Come coprire questa operazione? La prima iniziativa sarebbe quella della pace fiscale: sapete che negli ultimi anni i provvedimenti fatti hanno portato una serie di problemi alle parti più marginali dell’impresa, dagli ambulanti ad altri. Ci sono centinaia di cartelle “pazze” che incubano miliardi di euro. Noi chiediamo che questa discrepanza fra quanto lo Stato si prefiggeva di incassare e quanto potevano pagare questi soggetti in un momento di crisi venga saldata: ciò farebbe incassare circa 23 milioni di euro. Questo insieme a maggiori entrate verso l’erario per 28 milioni e incasso dell’IVA per aumento dei consumi ci porterebbe ad essere entro il primo, secondo e terzo anno già in attivo. Metteremo comunque una clausola di salvaguardia perché si mantengano le situazioni precedenti, laddove lo Stato incassasse di meno. Abbiamo bisogno di uno shock produttivo in questo paese per far ripartire investimenti: le grandi multinazionali portano la sede fiscale all’estero perché conviene più che portarla nel nostro paese” (Edoardo Rixi, Lega Nord)

“La cosa più importante sarà combattere l’evasione fiscale che toglie risorse al welfare e ai servizi: arrivano sempre più  finanziamenti agli enti locali ma aumentano i costi dei servizi a livello locale. Tutti negli ultimi anni parlavano di abbattere l’evasione, ma intanto aumentavano i costi negli enti locali. Basta anche ai condoni, che poi vanno conteggiati. Ma si tratta di conteggi truffaldini, che conteggiano quanto incamerato dallo scudo fiscale. Eliminazione delle tasse universitarie? Siamo convintissimi di questa proposta e crediamo nei diritti fondamentale allo studio. Intanto non è vero che attualmente le tasse universitarie sono scaglionate: la prima tassa infatti è uguale per tutti e la prima fascia, di 13mila euro, non consente sicuramente di poter sostenere un ragazzo a chi ha un reddito di quel livello. E questo significa che chi ha 14mila euro può? Non la pensiamo così. In ogni caso per aumentare i nostri laureati, diminuiti assieme alle immatricolazioni, l’unico mezzo è eliminare le tasse universitarie. Siamo poi per la completa attuazione dell’articolo 53 della Costituzione (“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività“)” (Erminia Federico, Liberi e Uguali)

LA TEMATICA EUROPEA

 

Sulla tematica europea le idee dei diversi candidati finiscono per convergere più che su altri temi: dalla richiesta di sburocratizzazione mossa da Erminia Federico (LEU) a quella di rivedere le politiche finanziarie, di coesione, senza far sì che i paese del Mediterraneo – fra i quali anche l’Italia – finiscano, secondo un’immagine portata dal candidato Rixi, “per diventare consumatori anziché produttori”. Viene sottolineato anche dal candidato del PD Pippo Rossetti l’aspetto di un’Europa più unita, interculturale, che goda di correttivi e torni ad essere vissuta come un “sogno”. Un sogno che Marco Rizzone, candidato del Movimento Cinque Stelle, ammette “essersi infranto”.