Voltri – Un’estate decisamente da dimenticare quella che sta vivendo il quartiere di Voltri dove, a metà luglio, gran parte della spiaggia è ancora un cantiere e al posto della sabbia c’è il fango, dove la passeggiata a mare è ancora semi-distrutta e dove la spazzatura non viene raccolta e viene accatastata accanto ai pochi bidoni presenti.

Non c’è pace per i tanti Voltresi che non si rassegnano a perdere la loro spiaggia e si ostinano a chiedere che venga ripulita e rimessa nelle condizioni adeguate per essere fruita senza problemi.

Alla distruzione della mareggiata dell’ottobre scorso, che ancora oggi ha pesanti conseguenze su buona parte della passeggiata, si aggiungono i disagi per lo scarico di materiale prelevato dal Rio San Pietro di Prà per “ripascimento”.
La spiaggia sembra un mare di fango ma le analisi del Comune dichiarano tutt’altro e la componente più sottile, il terriccio, non supera lo 0,20 per cento del materiale portato a Voltri.

L’interrogazione del consigliere regionale del PD, Valter Ferrando, ha fatto emergere che la ASL 3 non ha ricevuto alcuna segnalazione circa la presunta epidemia di impetigine, rilevata e denunciata pubblicamente da un  medico pediatra voltrese e che potrebbe avere proprio nella permanenza sulla sabbia sporca la sua origine.
Come dire che paginate sui giornali cittadini, sui quotidiani on line e le polemiche tra Comune e Municipio non rivestono, per i funzionari pubblici, veste di evidenza pubblica della presenza di un problema.
Questione di lana caprina degna di un approfondimento in Tribunale.
Inutilmente – sino ad ora – Cittadini ed esponenti politici di minoranza – hanno chiesto che sia Arpal a rifare i controlli sui materiali usati sulla spiaggia di Voltri e che le verifiche non si limitino solo alla “granulometria”, ovvero alla valutazione delle dimensioni delle particelle che compongono i detriti ma, piuttosto, una seria valutazione qualitativa (sostanze contenute) e batteriologica.

A rafforzare la convinzione che, davvero, qualcosa non funzioni, ci si mette anche AMIU che lascia bidoni strapieni nel fine settimana, spingendo i frequentatori del litorale ad accatastare la spazzatura accanto ai bidoni.
Un segno di inciviltà per le persone che frequentano il litorale e che possono ben portare sino al più vicino bidone l’immondizia che non può essere contenuta dai bidoni ma anche la scarsa sensibilità di chi dovrebbe saper valutare il tipo di servizio di cui necessita una spiaggia frequentata da migliaia di persone ogni fine settimana.