Genova – Tornano ad infiammarsi le polemiche sull’uso dei tamponi per accertare la reale consistenza del numero dei contagi da coronavirus in Liguria.
Ieri, durante il consueto punto della situazione, la Regione Liguria ha annunciato di essere scesa sotto i mille tamponi giornalieri – a causa del periodo festivo – e il dato ha scatenato le polemiche soprattutto sui social dove l’argomento è contestato sin dall’inizio della pandemia e divide tra chi effettuerebbe tamponi “a tappeto” sulla popolazione, come ha scelto di fare la regione Veneto del governatore Luca Zaia e chi invece sostiene che visto l’alto numero di falsi negativi, quella del tampone non è la “prova” più valida per stabilire l’entità dell’epidemia.
Il presidente Toti ha dichiarato che: “non serve farne 3mila al giorno”, alludendo al numero potenzialmente raggiungibile con i macchinari appena acquistati con notevole esborso economico.
Secondo il presidente della Regione Liguria, infatti, sarebbero gli stessi sanitari a riteere inutile effettuare 3mila tamponi al giorno, senza però indicare l’organo competente che avrebbe espresso la valutazione.
In pratica in Liguria si potrebbero effettuare migliaia di tamponi ogni giorno – anche grazie ai costosissimi macchinari acquistati e subito rotti – ma si sarebbe deciso di non farli.
Una scelta in contrapposizione a quanto espresso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che invece sostiene sin dall’inizio della pandemia la necessità di scovare il più velocemente possibile i nuovi focolai di infezione per poi “isolare” e “curare”.
Al momento, però, l’unico metodo realmente efficace per raggiungere questo risultato è, appunto, il tampone.