Genova – Incassavano sino a 5mila euro vendendo cocaina e crack i componenti della banda di spacciatori arrestati dai carabinieri nel corso di una maxi operazione nel centro storico genovese. 18 gli arresti compiuti nelle ultime ore nell’operazione “Skydive”.

I Carabinieri hanno controllato molti appartamenti regolarmente affittati ma utilizzati da persone diverse dagli intestatari dei contratti, scoprendo veri e propri laboratori per la preparazione della droga, le cosiddette “cucine” e punti di stoccaggio e, ancora, depositi del denaro contante.

Sequestrata droga per 180mila euro e 9mila dosi già pronte per essere rivendute.

Il blitz è scattato questa mattina all’alba quando i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Genova hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare.

I provvedimenti emessi dal Gip del Tribunale di Genova hanno riguardato 18 soggetti, per lo più senegalesi, ritenuti a vario titolo responsabili del reato di spaccio e detenzione in concorso di sostante stupefacenti come cocaina.

Le indagini dell’operazione “Skydive” sono partite nell’ottobre 2017 da una serie di arresti in flagranza di reato operati dai militari della Compagnia.

A finire in manette sono stati alcuni individui coinvolti in una ramificata attività di spaccio di cocaina nel centro storico di Genova.

L’attività investigativa si è poi conclusa nel gennaio 2019 con la richiesta di emissione del provvedimento di misura cautelare nei confronti di tutti i soggetti coinvolti.

L’indagine, svolta attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, l’installazione di telecamere occultate, con quotidiani servizi di OCP e di interventi di “riscontro”, ha consentito di ricostruire l’intera rete di spacciatori che agivano nel cuore dei vicoli.

Sono state documentate centinaia di cessioni avvenute su un arco temporale sia diurno che notturno senza soluzione di continuità, dato che dimostrato come l’illiceità avesse preso il sopravvento sullo stesso tessuto socio-economico di questi sestieri genovesi.

In particolare, gli indagati operavano una spartizione delle strade del centro storico, prendendo sempre come punto di riferimento alcuni appartamenti e locali abbandonati dove gli stessi avevano creato dei piccoli laboratori per la preparazione dello stupefacente e il relativo confezionamento per la vendita al dettaglio.

Il denaro, provente dell’attività, veniva raccolto e ben stipato nei locali di alcune attività commerciali già esistenti nei “carruggi” e gestiti da individui senegalesi o nord africani.

I militari, nel corso di tutta l’indagine, hanno effettuato 33 arresti in flagranza di reato e il sequestro di circa 9mila dosi di cocaina e crack.

L’attività investigativa ha dimostrato come gli stessi indagati risultassero a tutt’oggi coinvolti nello spaccio nel centro storico.