Genova – Matrimonio in extremis tra un facoltoso 93enne ed una 72enne genovese. Sarà un giudice a stabilire se il matrimonio celebrato d’urgenza, in una casa di riposo di Boccadasse, tra un 93enne ormai morente e una 72enne accompagnata, in qualità di testimoni, dal figlio e dalla fidanzata di lui.
A chiederlo i parenti dell’anziano che hanno scoperto alla sua morte dell’esistenza del matrimonio, celebrato in segreto a alla presenza di due soli testimoni, in modo comunque previsto dalla Legge.

Un matrimonio contratto “in extremis” secondo la consorte e i familiari e celebrato da un parroco che ha dichiarato di averli visti spesso insieme a Messa ma che i familiari dell’uomo sarebbe invece un tentativo di intromettersi nell’asse ereditario di una persona notoriamente molto facoltosa.

A dare man forte agli accusatori la figlia di un facoltoso medico genovese, deceduto dopo lunga malattia debilitante e che, secondo le ipotesi di accusa – da dimostrare – avrebbe intestato appartamenti e grosse somme di denaro alla stessa donna.

A supportare la tesi di un matrimonio “riparatore” invece, il parroco che avrebbe testimoniato di aver percepito una “vicinanza” tra i due che frequentavano la Messa insieme. Il suo sarebbe stato un modo per porre rimedio ad una relazione non coronata dal sacro vincolo del matrimonio.

Per questa attenzione al rigore delle regole morali, però, anche il parroco rischia una condanna perché, secondo l’ipotesi di accusa, non si sarebbe accertato delle reali condizioni di salute del futuro marito, che al momento di contrarre il matrimonio – sempre secondo l’accusa – non sarebbe stato in grado di compiere scelte libere e consapevoli.
Dietro alla contesa giudiziaria un patrimonio di milioni di euro in proprietà immobiliari e conti bancari.