coronavirus provettaItaliani impossibilitati ad andare a Teatro, al cinema e persino, nelle zone arancioni e rosse, al Bar ma possono andare a Messa e pregare in Chiesa. E’ la denuncia dell’UAAR, Unione Agnostici Atei Razionalisti che chiede conto al Governo e alla politica italiana della disparità di trattamento tra cittadini che credono e altri che, invece, non sono credenti.

“L’ultimo DPCM ha disposto la chiusura dei musei – denuncia l’UAAR – oltre a cinema, teatri, centri di aggregazione. L’unico spazio di socialità rimasto aperto è il luogo di culto. Uno spazio chiuso, frequentato prevalentemente da anziani, che risponde ad esigenze che non potranno mai essere definite di prima necessità”.

Secondo l’UAAR si tratta di una vera e propria “corsia preferenziale” per le funzioni religiose. La stessa logica non si applica a centri culturali e agenzie quali i teatri, cinema, scuola, luoghi di ricostruzione morale ed emotiva che si è cercato di rendere sicuri con infiniti sacrifici.

“Cinema e teatri si sono sobbarcati oneri per adeguare le proprie strutture  – spiegano all’UAAR -e non beneficiano degli ingenti aiuti di stato che vengono dirottati verso le chiese, stimati in 6 miliardi l’anno per la sola chiesa cattolica (www.icostidellachiesa.it) “.

“Non abbiamo nulla in contrario affinché un credente possa esprimere la propria appartenenza, ci mancherebbe – prosegue l’UAAR – Ma pensiamo che questo possa avvenire professando la propria fede comodamente da casa, limitando il numero di contatti che in questo momento pare essere l’unico strumento di difesa di fronte alla pandemia.
Non abbiamo nulla in contrario ma non è accettabile una disparità di trattamento rispetto ad altre opzioni”.

Secondo l’UAAR “ancora una volta il nostro paese si è rivelato subalterno ad un potere estraneo che ha l’ambizione di governare al posto di chi legittimamente viene designato per farlo, nonostante i cittadini italiani si riconoscano soltanto in 3 su 4 nella religione maggioritaria nel nostro paese e solo il 35-40% sono praticanti. Subalterno alle pressioni che la CEI ha esercitato nella prima fase pandemica. Ricordiamo che il papa è il papa dei cattolici, non degli italiani. E ricordiamo ai nostri politici che la Costituzione tutela la libertà di espressione di ogni individuo e associazione”.