La Spezia – Prosegue senza tregua, nello spezzino, la lotta all’avanzata della velutina, la vespa killer delle api (e degli umani) arrivata dall’Asia e che ora minaccia la sopravvivenza dell’apicoltura italiana e costituisce un forte pericolo per la salute delle persone che dovessero incontrarne e disturbarne un nido.
La squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Brugnato, in collaborazione con le associazioni di apicoltori liguri, è intervenuta in località Bracchetto (nel comune di Borghetto) per bonificare un altro nido di vespe velutine.
Il grosso favo, in grado di ospitare sino a 12mila vespe e di raggiungere un metro di diametro, era posto in cima ad un albero ad un’altezza di circa 15 metri ed i Vigili del Fuoco sono riusciti a raggiungerlo utilizzando la “scala italiana”, un particolare tipo di scala in dotazione al corpo nazionale.
Un team di apicoltori specializzati in tecniche di contenimento della vespa velutina erano presenti sul posto per fornire le attrezzature necessarie per questo tipo di bonifica.
Loro, infatti, il delicatissimo compito di trovare e identificare i nidi di Velutina prima che decine di regine possano lasciare il nido per poi fondare nuove colonie la prossima primavera, diffondendo questi insetti predatori e molto pericolosi per le persone per la loro aggressività e il rischio di punture multiple mortali per l’uomo.
Incredibilmente c’è ancora chi cerca di minimizzare il problema sostenendo che le velutine siano pericolose “quanto il locale calabrone” dimenticando la notevole differenza di aggressività e il fatto che la vespa velutina fonda colonie di migliaia di esemplari.
Di certo si tratta di un fenomeno di vera emergenza ambientale per la Liguria, sia perché le velutine sono in grado di distruggere interi apiari, causando danni irreparabili agli apicoltori e sia perché sterminano le colonie selvatiche di api che sono responsabili del 70% dell’impollinazione di frutta e verdura. Senza di loro, insomma, ci sarebbero enormi danni per l’agricoltura.
La lotta, un tempo coordinata a livello europeo, con forti investimenti di fondi, oggi è lasciata al volontariato di apicoltori e appassionati che dedicano giornate di tempo e lavoro per la collettività ricevendo 50 euro di risarcimento per ogni nido distrutto.
La ricerca dei nidi dura giorni e giorni e occorre raggiungere luoghi impervi con mezzi propri, avere una propria attrezzatura per difendersi dalle aggressioni delle vespe – potenzialmente mortali – e aver frequentato corsi specializzati per ottenere il patentino necessario all’uso di particolari insetticidi.
L’ausilio importantissimo dei vigili del fuoco, da solo, non potrà fermare l’avanzata delle Velutine se non ci saranno programmi straordinari di eradicazione in tutta la Liguria e nelle Regioni interessate dal fenomeno (Piemonte, Toscana, Emilia Romagna).
Poche decine di volontari, preziosissimi ma con scarsi mezzi a disposizione, e pochi aiuti economici non potranno certamente arginare un’esplosione del fenomeno, prevista la prossima primavera.
Nelle ultime settimane, infatti, la presenza della vespa velutina è stata segnalata anche in zone della Liguria dove non era mai stata avvistata, compresa la città di Genova e la zona di Cogoleto e Arenzano.
Un segnale disastroso per gli apicoltori e che dovrebbe mettere in allarme anche gli appassionati delle gite ed escursioni visto che il pericolo di fare incontri potenzialmente letali è sempre più alto.