mandala della Compassione monaci tibetani

Genova si mobilita per salvare il Mandala della Compassione, donato dal Dalai Lama alla città nel 1993, e che ora rischia di essere distrutto per la vendita del palazzo dove è ospitato.
La petizione circola da alcuni giorni sul web, rilanciata dalla piattaforma di Chance.org
(Petizione · #Salviamo il mandala della “Compassione” · Change.org) ma ora anche il capogruppo di Forza Italia in Comune, Mario Mascia, ha sottoscritto una mozione che impegna Sindaco e Giunta ad attivarsi presso la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio al fine di sottoporre a tutela il “mandala della compassione”, che rischia di essere distrutto con la vendita dell’immobile dove si trova attualmente, il Palazzo Agostino Doria in piazza delle Vigne 6.

Il Mandala della Compassione presente a Genova è “unico” sotto diversi punti di vista. Lo è perché i monaci tibetani che lo hanno creato, nel 1993, realizzano ogni volta un disegno diverso utilizzando sabbie colorate finissime che vengono posate con maestria durante interminabili preghiere e poi perché quello di Genova è l’unico Mandala “autorizzato” alla conservazione poiché, nella tradizione e religione indo-buddista, l’opera deve essere distrutta proprio per trasmettere il suo messaggio: la precarietà della Vita e di tutte le cose materiali.
Il disegno, realizzato con un lavoro estenuante e minuzioso, viene distrutto una volta terminato dagli stessi monaci proprio per trasmettere ai fedeli uno degli insegnamenti fondanti della religione buddista: quello della non permanenza delle cose.

Il Dalai Lama, nel 1993, emanò una speciale dispensa per autorizzare la conservazione del Mandala genovese e che, proprio per questo, è un esemplare unico e raro e più che meritevole di essere tutelato e conservato, anche senza che sia necessario attribuire un significato religioso.
Si tratta, a tutti gli effetti, di un’opera d’Arte preziosa e straordinaria.

“È fuor di dubbio che in questo periodo di emergenza e di crisi la mente di tutti sia attanagliata da altre priorità e preoccupazioni ma ciò non può farci perdere di vista l’arte, la cultura e la religione che nobilitano l’animo umano. ll paradosso è che questa autentica opera d’arte per dispensa speciale del Dalai Lama è sopravvissuta alla pratica religiosa che la vuole smantellata e dispersa dopo il suo completamento con la sabbia colorata e ora rischia di andare irrimediabilmente perduta per il mero cambio di intestazione della sua location” sottolinea Mascia.

“Non si tratta solo di una sacra forma di espressione delle religioni induista e buddhista” prosegue il Commissario genovese di Forza Italia “ma anche di un’attrazione che nel 1993 è valsa al Centro Storico cittadino una folla di più di 20.000 visitatori. Ringrazio l’amico Antonio Bettanini, fine e attento conoscitore della cultura genovese e non, per avermi segnalato l’iniziativa dell’Associazione per la Divulgazione delle Opere di Ingegno, presieduta da Giuseppe “Pino” Cavanna, che ha lanciato una petizione on line alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per “vincolare” questa “opera d’arte” che nasce dalle “sabbie del Tibet” salvandola dalla distruzione e così tener viva la speranza e la possibilità di poterla ammirare ancora per molto tempo in futuro”.

“Il mandala è una perla preziosa che il Dalai Lama ha regalato a Genova e che può rappresentare la tappa di un percorso di turismo spirituale dentro il cuore della Genova dei Rolli. Speriamo di poterlo salvare anche promuovendo un associazionismo che trovi soluzioni e risorse per salvaguardarlo con l’equilibrata regìa del Comune e del nostro Sindaco Marco Bucci” commenta Antonio Bettanini, che tra i tanti incarichi di prestigio ricoperti è stato anche Capo Ufficio Stampa e Comunicazione della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati