Camogli – Si indaga per frana colposa per il crollo, avvenuto lunedì pomeriggio, di parte del cimitero della cittadina del levante ligure. La procura di Genova ha aperto un fascicolo al momento contro ignoti e gli inquirenti esamineranno la documentazione presente in Comune ma anche le numerose denunce che, secondo le testimonianze, sarebbero state presentate nel corso degli anni da persone che frequentano il cimitero per i loro congiunti.
Crepe, segni di cedimento che, secondo le testimonianze, sarebbero state presenti mesi se non addirittura anni prima del crollo che ha trascinato in mare oltre duecento sepolture e che rischia di estendersi a parte della strada costiera e ad un altro settore del cimitero stesso.
I familiari dei defunti precipitati in mare hanno affrontato ieri mattina il sindaco Olivari chiedendo le sue dimissioni e protestando per quella che, a loro dire, sarebbe un “disastro annunciato”.
Questa mattina sono riprese le operazioni di recupero delle salme. Operazioni delicate e che vengono svolte con estrema cautela per non mettere a repentaglio la sicurezza degli operai e del persone che interviene.
La possibilità di un nuovo crollo non è infatti esclusa ed occorrerà intervenire dall’alto e dal basso per mettere in sicurezza la falesia (la scogliera) sottostante il cimitero e che presenta ancora segni di possibile cedimento.
Al momento sono meno di 10 le salme recuperate, alcune ancora nelle bare finite in mare praticamente intatte.
Ma altre decine giacciono tra la roccia e il mare o sono sepolte da tonnellate di detriti e vanno recuperate in condizioni di estrema precarietà.
Molto probabilmente occorrerà il test del dna per attribuire l’identità e saranno necessari tempi lunghi per il recupero.
Le famiglie di Camogli, moltissime quelle toccate dal disastro, chiedono Giustizia e che venga accertato se davvero la frana era “annunciata” e quali interventi siano stati fatti, nel tempo, per evitarla.