HomeGenovaCronacaPiste ciclabili, sui gruppi Facebook ciclisti invitati alla delazione

Piste ciclabili, sui gruppi Facebook ciclisti invitati alla delazione

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Genova – Invitati senza mezzi termini a denunciare, con email, telefonate e proteste ufficiali, auto e moto che posteggiano o che invadono le piste ciclabili.
Sta suscitando qualche perplessità, anche tra gli stessi appassionati della bicicletta, l’invito pubblicato su alcuni gruppi social a denunciare, con email, telefonate e lettere scritte, le violazioni del codice della Strada che riguardano le piste ciclabili e le aree destinate alle biciclette.
La segnalazione arriva da un altro gruppo social che denuncia da tempo gli abusi e le incongruenze di un piano per incentivare la smart mobility che ha buoni propositi ma rischia di mettere in contrapposizione troppi Cittadini.
Un vero e proprio invito alla delazione che dovrebbe – nell’intento – mobilitare la polizia locale a far rispettare gli spazi destinati alle biciclette, come se il resto della sicurezza della viabilità non fosse importante o lo fosse meno.

Nelle pagine Facebook “specializzate” appaiono in chiaro liste di indirizzi email, numeri di telefono delle sezioni della polizia locale e persino numeri e indirizzi “sensibili” di chi è incaricato della sicurezza della strada e probabilmente fa un uso più “ristretto” di quei numeri per reali emergenze.

Un comportamento sempre più aggressivo adottato – fortunatamente – da pochi estremisti radicalizzati che pensano di poter mobilitare la polizia locale a loro uso e consumo.
Il problema del rispetto del codice della Strada riguarda infatti tutta la città e tutte le categorie – come ben dimostrano le foto di ciclisti sulla Sopraelevata, di bici parcheggiate in ogni dove e senza permesso e l’uso indiscriminato di marciapiedi e aree pedonali per andare in bici o con i monopattini – e sarebbe davvero assurdo se, sull’altro fronte, motociclisti e automobilisti e pedoni decidessero di fare altrettanto per “rispondere” alla crociata lanciata su alcuni gruppi social da fondamentalisti delle due ruote.

La polizia locale sa certamente come va organizzata la sorveglianza cittadina del traffico e invadere le caselle di posta elettronica con foto (cosa peraltro vietata per legge per il rispetto della privacy e che andrebbe a sua volta sanzionata con una denuncia) o, peggio, prendere d’assalto centralini di uso pubblico per segnalare situazioni di probabile soluzione a breve termine (brevi soste, invasioni temporanee delle piste ciclabili) provoca solo perdita di tempo e probabile uso di risorse limitate per l’interesse di pochi che probabilmente hanno preso un pò troppo sul serio l’importante ruolo che hanno nella trasformazione della mobilità cittadina.

Resta infatti evidente inoltre che l’unico vero intervento risolutivo dell’eccesso del traffico è e resta quello di incentivare il trasporto pubblico.
Ben venga l’aumento dell’uso delle biciclette e dei monopattini nelle aree a loro riservate ma non si può certo pensare che Genova si trasformi in Amsterdam o Copenhagen, perlomeno non in tempi brevi.

 

Redazione Liguria
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