genova JeansGenova – “La conferenza stampa di chiusura dell’evento Genova Jeans intitolata “Diamo i numeri è stata annullata improvvisamente, senza motivazione”. A denunciarlo, gettando benzina sul fuoco delle polemiche che hanno accompagnato l’intero evento il capogruppo del Partito Democratico in Comune, Alessandro Terrile.

“I numeri della manifestazione restano segreti – scrive Terrile in un post sulla sua pagina Facebook – come il suo budget, le entrate provenienti dagli sponsor, e le ricadute sul territorio”.

La manifestazione Genova Jeans è durata 5 giorni e durante questo periodo, in città, sono state organizzate diverse mostre ed eventi. Per molte di esse era stato creato un biglietto da 8 euro venduto – non senza difficoltà secondo gli utilizzatori della piattaforma on line – attraverso un sito on line.
Al termine della manifestazione, però, gli organizzatori avrebbero dovuto rendere pubblici i dati dei biglietti venduti, gli incassi e avrebbero dovuto tracciare un bilancio davanti ai giornalisti e ai Media.
Improvvisamente e senza alcuna spiegazione – secondo quanto rivelato da Terrile – la conferenza stampa è stata annullata.

“Un altro schiaffo alla trasparenza di una manifestazione finanziata quasi per intero da risorse pubbliche – spiega Terrile – E che è costata al Comune di Genova più di ogni altra manifestazione organizzata nel 2021. Da domani chiederemo senza sosta le carte e il rendiconto di un evento che è sostanzialmente un’occasione persa per la città. La cattiva e costosissima attuazione di una buona idea”.

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Sulla vicenda è intervenuta, sempre attraverso le pagine social, anche Elisa Serafini, ex assessore a cultura e marketing territoriale del comune di Genova, dimissionaria dopo un durissimo scontro con il resto della Giunta Bucci.

“Mancanza di trasparenza e fondi pubblici usati in modo quantomeno discutibile – ha scritto Serafini su Facebook – Non esisteva alcun documento di previsione del ritorno di investimento (impatto economico diretto e indiretto). Ancora oggi i diritti d’autore del marchio sono in mano ad un privato. Troppi elementi che non tornano e non tornavano neanche nel 2018, quando per fortuna mi sono rifiutata di promuovere questa iniziativa”.