caffè tazzina barGenova – “L’introduzione del green pass anche per le consumazioni al banco è una norma al limite dell’inapplicabilità” a denunciarlo Alessandro Simone, presidente di Fiepet Confesercenti Genova commentando la decisione di introdurre l’obbligatorietà del certificato sanitario anche per sorseggiare un caffè al bancone dei Bar.

“Comprendiamo che il senso di questa misura è aiutare le attività a rimanere aperte – prosegue Simone – ma farla rispettare con la stessa forza lavoro è impossibile”.

“Fin dall’inizio della pandemia – spiega Simone – i pubblici esercizi si sono sempre trovati al centro di ogni decreto e di ogni disposizione, come se ne fossero i diretti responsabili. Oggi, alla luce delle ennesime ed ultime implementazioni ai protocolli anti-Covid, siamo chiamati a vigilare su contingentamento, distanziamento e utilizzo dei dispositivi di protezione dei nostri clienti, senza contare tutte le norme di sicurezza e igiene relative ai propri dipendenti che un’azienda normalmente deve osservare e che, a loro volta, sono state ulteriormente intensificate per fare fronte all’emergenza sanitaria”.

«Ci sono pubblici esercizi che, nella sola giornata di Santo Stefano, hanno verificato qualcosa come cinquecento-seicento green pass: una procedura che, di per sé, costituisce un lavoro che va ad aggiungersi a quello di barista o ristoratore. Chiediamo dunque, con estrema urgenza, l’intervento delle istituzioni per sgravare dalla responsabilità del controllo, almeno per il banco, i pubblici esercizi, sulla falsariga di quanto già previsto per il trasporto pubblico. Non ci risulta, infatti, che l’autista debba fermare la corsa per il controllo”.