ponte morandi tramontoGenova – Sono rimasti intrappolati per ore nelle auto appese nel vuoto o hanno visto l’asfalto del ponte sgretolarsi ed aprirsi davanti alle ruote delle loro auto. Sono le prime testimonianze rese in aula di Giustizia da parte dei testimoni oculari, i “sopravvissuti” del crollo del ponte Morandi che ha ucciso 43 persone il 14 agosto del 2018.
Uno dopo l’altro hanno raccontato quello che hanno visto e vissuto quel tragico giorno, cercando di darsi una spiegazione del fatto che per loro quel tragico crollo non ha significato la morte.
Momenti di dolore e di terrore che rivivono nell’aula del Tribunale di Genova dove prosegue il processo a 59 imputati per il crollo del Morandi.
Una sofferenza terribile per i familiari delle vittime ma anche per gli stessi testimoni che, da allora, vivono a fatica convivendo con il senso di colpa di essersi salvati.
Le loro parole hanno contribuito a far luce sugli ultimi istanti del ponte e sulla sorte dei malcapitati che, per questione di pochi secondi, sono transitati prima o dopo e sono morti.