Genova – Un Natale amaro e con buste paga da 150 euro per i lavoratori “somministrati” del Porto genovese. A denunciarlo le segreterie regionali Nidil CGIL Felsa CISL e UIL Temp Liguria che seguono da tempo la vicenda dei lavoratori cui è stata più volte promessa una stabilizzazione.
In un panorama generale in cui non passa giorno senza nuove crisi aziendali, nuove chiusure e dove le scelte dei Governi hanno cancellato tutele ormai consolidate come l’articolo 18, i sindacati si trovano ad affrontare uno stillicidio di situazioni paradossali, con un arretramento costante nelle conquiste fatte in decenni di rivendicazioni.
E’ il caso dei lavoratori “somministrati”, così definiti in una delle mille terminologie inventate da esperti delle normative per frammentare, distinguere e rendere impossibile una strategia di rivendicazione comune dei diritti dei lavoratori. Tecnicismi da azzeccagarbugli nati con i Governi “di sinistra” e ampliati da quelli “di destra”.
I lavoratori somministrati del porto di Genova porteranno a casa, per Natale, secondo quanto denunciato dai sindacati, paghe, per il mese di novembre, attorno ai 150 euro.
Il calo di lavoro che ha caratterizzato i mesi autunnali si è riversato sui lavoratori privi di tutele che ora vivono un nuovo periodo di disagio e preoccupazione, avvolti in uno scenario che anche all’esterno non promette nulla di nuovo.
“E’ impensabile – spiegano i sindacati – che nel Porto di Genova, sempre citato anche dal Presidente Signorini per i suoi volumi, per il prestigio e l’importanza che riveste a livello internazionale si possano realizzare condizioni economiche di questa natura”.
Nonostante le tante rassicurazioni a più livelli, infatti, secondo la denuncia dei sindacati, dall’Autorità di Sistema Portuale al Comune di Genova, permangono ed anzi peggiorano le condizioni economiche dei somministrati del Porto di Genova: è evidente che si dovrà ricorrere ad ogni mezzo a disposizione del sindacato per fare in modo che buste paga da fame restino un brutto inciampo piuttosto che una triste realtà natalizia.
“La stabilizzazione prevista negli accordi – scrivono i sindacati – prevede un doppio binario: uno con l’agenzia di somministrazione, l’altro nelle partecipate del Comune. Per poter avere anche questa opportunità i lavoratori hanno deciso di tornare “a chiamata” perdendo le tutele del contratto precedente. Purtroppo nelle partecipate del Comune, ad oggi, si è avuta la stabilizzazione solamente di un paio di lavoratori”.