Medici senza Frontiere salvataggio migrantiLa Spezia – Arrivo confermato tra le 14,30 e le 15, domani, sabato 28 gennaio, per la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere che trasporta 237 migranti soccorsi nel Mediterraneo in tre diverse missioni.
Per comandante della nave ed equipaggio, al momento dell’arrivo, la probabile contestazione della violazione delle norme introdotte da decreto del Governo che prevede il controllo delle missioni da parte della autorità italiane. La nave Geo Barents, invece di puntare subito verso il “porto sicuro” di La Spezia, ha compiuto altri due soccorsi in mare, secondo le prescrizioni del codice internazionale, raccogliendo altri profughi in difficoltà e che versavano in pericolo di morte.
Le persone a bordo sono quindi diventate 237 complicando non poco le operazioni di assistenza che dovranno essere approntate in Liguria, dove erano attese meno della metà dei profughi.
La Caritas sta preparando pacchi con indumenti e presidi medici per ogni profugo a bordo ed in particolare per gli 87 minori provenienti da 22 diversi paesi dell’area del mondo in cui povertà, miseria e guerre rendono difficile crescere e vivere.
Si susseguono le riunioni tra le varie realtà istituzionali e del volontariato che presteranno soccorso e assistenza ai Migranti e che devono pensare ad una sistemazione per tutti.
Per prima cosa i passeggeri della Geo Barents verranno sbarcati e sottoposti a visite mediche nell’ospedale da campo che la Croce Rossa sta allestendo nell’area del porto dove è previsto l’attracco. Poi i Migranti verranno presi in carico dalle istituzioni ed affidati a vari centri di sostegno. Probabilmente alcuni gruppi verranno spostati nelle altre province e in particolare a Genova anche se non è ancora ufficiale in quali strutture verranno accolti.
Intanto non si spengono le polemiche per le ripetute richieste dell’equipaggio della nave e di Medici senza Frontiere per avere un “porto sicuro” più vicino ai luoghi teatro delle sciagure e dei salvataggi.
La Spezia è stata indicata per “alleggerire” i porto del sud Italia ma è facilmente comprensibile che la nave non possa fare la spola per oltre 1200 chilometri in mare, per andare e tornare dalle missioni di salvataggio.
Uno scalo più vicino al teatro dei salvataggi offrirebbe più possibilità di essere al posto giusto nel momento giusto per evitare altre tragedie in mare.