Genova – Un nuovo super testimone ascoltato nel processo per il crollo del Ponte Morandi sembra confermare che, con adeguati controlli e approfondimenti delle “anomalie” riscontrate si sarebbe potuto evitare la tragedia.
E’ la deposizione di Carmelo Gentile, docente del Politecnico di Milano a tenere banco nell’udienza del processo per il disastro che ha causato la morte di 43 persone e danni per miliardi di euro alla città di Genova, alla Liguria e all’Italia.
Gentile, ascoltato come testimone e persona informata dei fatti, aveva compiuto alcune ispezioni e controlli sul ponte e aveva evidenziato “anomalie” nei dati raccolti suggerendo approfondimenti e verifiche che non sembra siano mai state effettuate.
Ma il punto più duro della deposizione fatta riguarda la convinzione, espressa all’epoca dei fatti e confermata in sede processuale, che le verifiche avrebbero potuto evitare quanto è successo.
Un colpo durissimo per la difesa perché pronunciato da un tecnico di fama nazionale e internazionale e persone che eseguì una prima parte di esami proprio sugli stralli che – secondo le risultanze tecniche – avrebbero poi provocato il crollo.
Il docente universitario ha confermato di aver evidenziato delle “anomalie” suggerendo controlli approfonditi ma ha anche rivelato che alcuni giorni dopo il crollo avrebbe ricevuto una chiamata che lo invitava a modificare le dichiarazioni rese circa lo stato di salute del ponte e sulle perplessità espresse.