Genova – La vespa velutina, il killer delle api, si sta diffondendo sempre più rapidamente anche nel territorio genovese e negli ultimi giorni è raffica di segnalazioni, soprattutto nella zona di Camogli e Monte di Portofino ma anche nel quartiere di Molassana, in ValBisagno.
Apicoltori e agricoltori in allerta in questo scampolo di estate per la rapida avanzata della vespa velutina, il terribile calabrone asiatico (da non confondere con la vespa mandarina, mai segnalata in Italia) per la velocità con la quale, rispetto alle esigue segnalazioni di luglio e metà agosto, si è impennato il numero degli avvistamenti e delle “conferme” con insetti predatori a massacrare intere colonie di api.
Dalla zona del Tigullio e delle valli del chiavarese, la velutina ha passato il monte di Portofino dove viene segnalata in predazione – volando quasi immobile nell’aria, davanti alle arnie, predando le api – a Ruta di Camogli, a San Rocco di Camogli e a Mulinetti, poco oltre Recco seguendo la costa verso Genova.
Ma la segnalazione (confermata nelle ultime ore dagli esperti) che più preoccupa è quella nella zona di Molassana, in ValBisagno perché rappresenta la conferma che la vespa velutina è ben presente in città e il pericolo per apicoltori ed api è grande come lo è per gli agricoltori (sono stati ritrovati nidi sotto terra) ma anche per i cittadini visto che a Chiavari è stato trovato e distrutto un enorme nido che era stato costruito in pieno centro abitato e non più solo in campagna, su alberi altissimi.
Un “salto” che comporta evidenti rischi anche per chi in campagna non ci vive e non ci lavora.
Al momento risultano attaccati gli apicoltori di Staglieno, di Molassana (zona San Felice) e di Pino Sottano e Soprano. Le associazioni riconosciute “Alpamiele” e “Apiliguria” condividono la preoccupazione ed invitano alla calma pur dovendo ammettere che la situazione è più grave del previsto perchè ci si aspettava lo sbarco del pericoloso insetto a partire da Levante mentre invece la velutina è comparsa ben oltre la linea di costa e minaccia direttamente molti apiari.
Questo insetto originario dell’Asia è diventato un problema crescente in Europa e dopo aver creato danni incalcolabili in Spagna e Francia, si sta rapidamente diffondendo anche in Italia (Liguria, Toscana e Piemonte).
In Liguria ha iniziato a colonizzare l’imperiese per ovvi motivi di vicinanza con la Francia, dove è presente da almeno 15 anni e via via è arrivata sino al Savonese.
Qui, curiosamente, si è fermata per poi apparire nello Spezzino, probabilmente con un “passaggio nave”.
Dopo aver conquistato tutto lo spezzino ha inziato ad avanzare in Toscana ma anche a “retrocedere” verso Genova dove è arrivata in provincia già lo scorso anno.
Come abbiamo letto sopra la Velutina si è diffusa nel Tigullio e ora ha superato l’ostacolo naturale del Monte di Portofino e punta diritta verso Genova.
In città era già stato trovato qualche esemplare ma non era mai stata trovata in grosse quantità e “in caccia”, nell’atto di predare le api.
Ora, invece, si ha conferma ufficiale, dalle associazioni degli apicoltori Alpamiele e Apiliguria, della sua presenza attiva in ValBisagno, nella zona di Molassana, via San Felice, San Giacomo, via Geirato, Pino Sottano e Pino Soprano.
Le segnalazioni si moltiplicano con attacchi agli alveari delle api allevate nella zona perché è il primo segno evidente del loro arrivo.
La vespa velutina, come i calabroni e le vespe comuni, alleva le proprie larve dando da mangiare insetti impollinatori (non solo api) catturati in volo.
In questo periodo il nido sta crescendo molto velocemente ed è probabile che il numero delle larve allevate sia molto numeroso. Per questo le vespe sono particolarmente “affamate” e cercano con insistenza grosse riserve di cibo che trovano negli apiari, gli allevamenti di api degli apicoltori.
E così sono proprio loro a “scoprire” per primi la presenza delle vespe velutine che, purtroppo, essendo una specie “aliena” non ha predatori e le api non hanno alcuna strategia difensiva per proteggersi.
Rispetto a quello del calabrone (vespa crabro), il nostro comune calabrone giallo e nero, la velutina caccia restando semplicemente a zampe aperte, volando davanti all’ingresso dell’alveare, dando le spalle all’ingresso. In questo modo cattura le api ce tornano al nido e per loro non c’è speranza di salvezza.
Un vero massacro perché, una volta scoperta la fonte di cibo, un gran numero di vespe velutine si affolla davanti alle arnie e cattura decine e decine di api ogni giorno.
Le vespe velutine sono pericolose anche per le persone?
Una risposta semplice non esiste.
La vespa velutina è leggermente più piccola del nostro calabrone ma è molto più aggressiva e sembra che il suo veleno sia più potente.
Per questo, una persona allergica (spesso si scopre di esserlo con la puntura) può morire per shock anafilattico.
Ma è chiaro che l’aggressività delle velutine giochi un ruolo da non sottovalutare visto che un nido può ospitare migliaia di vespe e che se ne sono trovati attaccati ai cornicioni come a Chiavari ma anche sotto terra, con grave pericolo per chi ha orti e giardini o coltiva la terra.
In Francia, ogni anno, si registrano decessi per la puntura della velutina e si interviene rapidamente se i nidi vengono trovati vicino a scuole e luoghi frequentati come parchi e gardini pubblici. Possiamo quindi immaginare che non si tratti di animali da sottovalutare.
Secondo il sito ufficiale Stop Velutina la puntura di 8-10 vespe può portare un uomo di robusta costituzione in ospedale e occorre tenere presente che un nido di Vespa Velutina può ospitare sino a 6.000 esemplari con punte di 12.000 nei nidi più grandi.
Non è solo un problema per gli apicoltori
Oltre al rischio per la salute, specie per i bambini, la vespa velutina rappresenta un grave pericolo per la biodiversità.
Non ha predatori in Europa e le api non hanno alcuna strategia difensiva se non quella di smettere di volare fuori dall’alveare. Questo porta alla morte della colonia di api per fame.
La scomparsa delle api comporterebbe la scomparsa dalle nostre tavole del 60-70 % dei prodotti.
La frutta, la verdura e molti dei nostri cibi dipendono direttamente dall’impollinazione delle api e senza api scomparirebbero.
Cosa può fare ognuno di noi: il Trappolaggio Mirato
Per affrontare questa minaccia, è importante adottare un approccio responsabile. Il trappolaggio mirato può essere un metodo utile. Tuttavia, è essenziale farlo in modo ecologico e rispettoso dell’ambiente. Ecco un suggerimento:
🍺 Trappolaggio con Bottiglie di Birra:
Il più semplice sarebbe andare al primo negozio di agricola e acquistare i tappi per le bottiglie che vi allego in foto sotto.
– prendete una bottiglia di plastica
– Tagliate il collo della bottiglia e invertitelo all’interno, in modo che sembri un imbuto.
– Sigillate la giuntura con nastro adesivo e posizionate la bottiglia all’esterno.
– riempite la bottiglia con metà birra (peroni Moretti perfette, basta che siano sotto i 5 gradi)
– Le vespe saranno attratte dalla birra , ma faticheranno a uscire, finendo per annegare.
🐁 Trappolaggio con colla per Topi (Vischio):
Il vischio è un metodo tradizionale per il trappolaggio dei topi. Tuttavia, si consiglia di effettuare questa pratica con responsabilità. Gli scarti di pesce possono essere usati come esca ma attenzione a dove collocate le trappole.
Esiste infatti il pericolo che il prodotto attiri gatti e altri piccoli predatori che resterebbero intrappolati.
Sarebbe meglio posizionare le trappole in luoghi non raggiungibili da questi animali o protetti da gabbie o appesi a rami.
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E’ possibile segnalare ritrovamenti, anche sospetti, scrivendo alle associazioni degli apicoltori (Alpamiele – Apiliguria) o sulla pagina Facebook Vespa Velutina Genova e Provincia o, ancora, inviandoli a redazione@liguriaoggi.it
O via Whatsapp al 351 5030495