Vendemmia vigneti LiguriaLiguria – Pensioni da 300 euro per i giovani agricoltori. E’ l’allarme lanciato da Cia Agricoltori Liguria che segnala come l’attuale pensione da 600 euro scenderà a 300 per i giovani che oggi si affacciano al mondo, affascinante ma sempre più “difficile” dell’Agricoltura.
I rappresentanti di Cia Agricoltori Liguria insieme ad ANP – Cia Liguria, che raggruppa gli agricoltori pensionati, hanno chiesto ai parlamentari liguri di poter creare un nuovo metodo che preveda una pensione di garanzia alla quale aggiungere i contributi.

“ Se la situazione rimane la stessa – spiegano Stefano Roggerone, presidente di Cia Liguria e Giancarlo Cassini, presidente ANP Cia Liguria – diventa difficile convincere i giovani ad entrare nel nostro settore.
Nel contempo occorre tutelare gli anziani di oggi portando le minime ad almeno 780 euro ed introdurre novità come l’introduzione dell’APE sociale, per i lavori usuranti e gravosi, anche per i lavoratori autonomi in agricoltura ampliando la platea oggi ristretta ai soli dipendenti.
Nonché porre rimedio alle limitazioni dell’Opzione Donna che con il passare degli anni sta diventando una “Punizione Donna” con un calcolo interamente contributivo degli assegni, già magri, delle lavoratrici”.

Il tema delle pensioni non è stato l’unico che Cia Liguria ha posto ai parlamentari liguri. Presso la sede a Genova si sono succeduti confronti con l’Europarlamentare Marco Campomenosi. I Deputati Luca Pastorino, Valentina Ghio. Roberto Bagnasco. Si è svolto anche un incontro con Vittoria Canessa Cerchi delegata da Lorenzo Basso.

“ C’è un’Italia e una Liguria di serie “B” con Comuni senza servizi essenziali, ospedali, scuole, spesso privi di farmacia rurale, di uffici postali, senza negozi alimentari e con un numero elevato di anziani residenti. Ormai anche il Medico di Famiglia è sparito da moltissimi paesi – hanno ricordato Roggerone e Cassini ai parlamentari liguri -. Se vuoi ripopolare certe zone dando la possibilità di insediarsi a chi lavora in smart working, non è possibile pensare che nelle zone collinari non ci sia più un servizio.
Le soluzioni? Alcune possono essere molto semplici. Come quella di non far pagare imposte a chi apre un emporio nei paesi dell’entroterra.
Su altre basta spendere bene i soldi del PNRR, investendo sulle infrastrutture digitali e ponendo le condizioni per il mantenimento e lo sviluppo dell’agricoltura con la creazione di piccoli invasi e la ristrutturazione delle reti idriche anche con l’utilizzo delle acque reflue dei depuratori funzionanti”.