Passeggiata Anita Garibaldi Nervi Genova

Genova – Meta prediletta dai turisti che giungono in visita a Genova o dai residenti che vogliono trascorrere qualche ora di sole all’aria aperta, la passeggiata di Nervi – o, più correttamente, passeggiata Anita Garibaldi – è uno dei simboli del capoluogo ligure, soprattutto dei quartieri di levante. Si distende per quasi due chilometri a picco sul mare, partendo dal Porticciolo per arrivare fino alla spiaggia di Capolungo, mostrando una vista da pelle d’oca e formando con i Parchi di Nervi un connubio perfetto e con pochi eguali.

Possiamo spingerci a dire che tutti i genovesi l’abbiano percorsa almeno una volta nella vita, ma forse non tutti ne conoscono la storia ma, soprattutto, pochi ricordano che, sino al 1959 era addirittura percorribile in automobile.
Per raccontare la sua storia bisogna fare un salto indietro di duecento anni, arrivando per la precisione negli anni venti dell’Ottocento, quando il sentiero veniva utilizzato da allevatori e pescatori per raggiungere i campi a picco sul mare o i punti di partenza previsti per le barche. Soltanto una quarantina d’anni più tardi, il marchese Gaetano Gropallo ne progettò l’inizio dei lavori e la costruzione. Almeno inizialmente, però, la conformazione non fu la stessa che abbiamo ben presente oggi.

Il progetto prevedeva l’effettuazione dei lavori in due momenti ben distinti: prima lungo la parte più a ponente, dal Porticciolo a Torre Gropallo, e circa dieci anni più tardi quella a levante, dallo sbocco di via Serra Gropallo fino a Capolungo.
Soltanto nel 1872 fu ultimata la seconda parte, dando vita al percorso attuale di quasi due chilometri.

Per i suoi primi settanta e passa anni di vita la strada, inizialmente percorribile anche dai veicoli, fu intitolata alla “Principessa di Piemonte”.
Dopo un rapido cambio di nome nei mesi precedenti alla fine del secondo conflitto mondiale durante la Repubblica di Salò, il 19 giugno del 1945 l’intero percorso venne chiamato “Passeggiata Anita Garibaldi”, in memoria della moglie di Giuseppe, soprannominata “eroina dei due mondi” e scomparsa quasi cento anni prima all’età di appena 28 anni.

Come abbiamo detto, fino a quegli anni il tratto non era esclusivamente riservato ai pedoni. Per arrivare ad una conformazione molto più simile a quella attuale, bisogna far passare altri quattordici anni. Con un ordinanza comunale datata 1° luglio 1959 l’allora sindaco democristiano Vittorio Pertusio consentì l’accesso alla passeggiata esclusivamente ai pedoni, vietando quindi il transito dei veicoli, e incentivando maggiormente la nascita di attività commerciali.
Nei decenni successivi e fino ai giorni nostri aumentarono sempre più chioschi, gelaterie, bar, locali e stabilimenti balneari, che nel corso degli anni sono diventati dei veri e propri simboli dell’intero percorso.

Diversi sono gli scorci e le attrazioni che spuntano in ogni punto dei quasi due chilometri di strada. Tra questi, non si può non nominare la Torre Gropallo, acquistata a metà dell’Ottocento dallo stesso marchese che progettò la costruzione della passeggiata pochi anni più tardi. Risalente al Cinquecento, la costruzione era inizialmente chiamata Torre del Fieno per la presenza dello stesso fieno che veniva bruciato per segnalare eventuali pericoli. Dal 1936 è di proprietà del comune di Genova.