Sanremo (Imperia) – I testimoni non riescono a venire in Italia per essere ascoltati e allora il processo si sposta in Svezia. Nuovo colpo di scena per il cold case dell’omicidio di Sargonia Dankha, la giovane di 21 anni scomparsa nel nulla, nel novembre del 1995. Il fidanzato di allora, l’italiano Salvatore Aldobrandi, oggi 73enne e residente nella città dei Fiori è sotto processo per omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e dalla soppressione di cadavere e secondo amici e genitori di Dankha avrebbe ucciso la ragazza dopo una serie di episodi di minacce.
L’uomo, che in Svezia non è mai stato processato perchè il corpo della ragazza non è mai stato trovato, si era ritrasferito in Italia subito dopo le indagini e da allora viveva lavorando come pizzaiolo a Sanremo.
I genitori della ragazza, desiderosi di sapere che fine aveva fatto la figlia e cercando Giustizia in Italia, sono riusciti a far aprire il processo in Italia dove la sparizione del cadavere non impedisce il processo per omicidio.
Il caso, però, è particolarmente complesso, sia per il tempo trascorso dagli eventi (28 anni) e sia perché la maggior parte dei testimoni non risponde alle convocazioni del Tribunale italiano motivando con le spese per gli spostamenti o problemi di salute.
Per questo motivo i giudici che seguono il caso hanno deciso di attvare una particolare formula del processo, supportata dalle normative europee, che prevede la possibilità di spostare le udienze nel paese dove si trovano i testimoni o per particolari esigenze processuali.
La Svezia ha accolto la richiesta e presto verrà stabilito il periodo di tempo nel quale giudici e processo andranno “in trasferta” in Svezia, per ascoltare i testimoni.
Una necessità importante visto che l’unica persona che è venuta in Italia a testimoniare, una amica di Sardonia, ha dichiarato che la vittima le aveva rivelato che il fidanzato l’avrebbe minacciata di morte.