Roma – Ammanettato e trascinato a forza dopo essere stato afferrato al collo e spintonato mentre chiedeva spiegazioni. L’ex calciatore del Genoa Stephane Omeonga ha denunciato pubblicamente, sul suo profilo Instagram un episodio destinato a far discutere. Dopo essersi seduto sul volo Roma – Tel Aviv gli sarebbe stata contestata una irregolarità nei documenti e poiché non voleva lasciare l’aereo nel timore che partisse senza di lui, è stata chiamata la polizia che lo ha ammanettato, tra lo stupore di tutti, e poi, poiché non collaborava, è stato afferrato in modo brutale per il collo e poi spintonato. Modalità che non risulterebbero tra quelle consentite nei confronti di una persona ammanettata pur non collaborativa.
“Il 25 dicembre sono stato vittima della brutalità della polizia – scrive Omeonga su Instagram – Durante un volo tra Roma e Tel Aviv, dopo essere salito sull’aereo e aver preso posto, uno steward mi ha contattato per un presunto problema con i miei documenti e mi ha chiesto di scendere dall’aereo. Fiducioso nella validità dei miei documenti, gli ho chiesto con calma che tipo di problema.
E’ stata chiamata la polizia e sono stato ammanettato e portato via con la forza dall’aereo”.
“Una volta fuori dall’aereo, lontano dalla vista dei testimoni – prosegue il racconto del calciatore su Instagram – la polizia mi ha gettato violentemente a terra, mi ha picchiato e uno di loro mi ha premuto il ginocchio contro la testa. Poi sono stato portato in un veicolo della polizia, ammanettato come un criminale, all’aeroporto. È arrivata l’ambulanza ma, sotto shock, non ho potuto rispondere alle domande dei paramedici. Poco dopo, ho sentito alla radio dell’auto della polizia: “Ha rifiutato le cure mediche; va tutto bene”. Questo era completamente falso, ho chiesto loro di portarmi con loro in ambulanza, spaventato da quello che la polizia avrebbe potuto farmi”.
“Successivamente – scrive ancora Omeonga – sono stato messa in una stanza grigia, senza cibo né acqua, e lasciato in uno stato di totale umiliazione per diverse ore. Dopo il mio rilascio, ho saputo che un agente di polizia aveva presentato una denuncia contro di me per le lesioni presumibilmente causate durante l’arresto, anche se ero ammanettato. Inoltre, ad oggi, non ho ricevuto alcuna giustificazione per il mio arresto”.
“Come essere umano e come padre – conclude l’ex calciatore del Genoa – non posso tollerare alcuna forma di discriminazione. Questo arresto è solo la punta visibile dell’iceberg. Molte persone che mi assomigliano non riescono a trovare lavoro, non hanno accesso a un alloggio o non possono praticare gli sport che amano, semplicemente perché sono nere. Dobbiamo restare uniti e alzare la voce per educare coloro che ci circondano – colleghi, vicini e amici – su questo problema che affligge la nostra società e ne ostacola il progresso. Pace”.