Casa del soldato Sturla incendio 7 febbraio 2025Genova – Un altro incendio nella Casa del Soldato, il secondo in appena 19 giorni. Nella serata di ieri lo storico edificio, in stile razionalista, è stato nuovamente interessato da un rogo e sul posto sono accorsi i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e persino l’ambulanza del 118.
Circostanze “sospette” visto che appena lo scoro 18 gennaio si era verificato un altro rogo che aveva mobilitato vigili del fuoco e forze dell’ordine.
Le proteste dei residenti della zona aumentano e da tempo l’edificio, di fatto in stato di abbandono dopo essere stato restaurato con ingente spesa pubblica, giace in attesa che qualcuno ne definisca il futuro.
“Quanto dovremo ancora aspettare prima che qualcuno si assuma la responsabilità di questa situazione? – si domanda Serena Finocchio, consigliere municipale – Non è la prima volta che succede, e purtroppo non sarà l’ultima se non si interviene seriamente. Questo luogo, che poteva e doveva essere recuperato, è stato dimenticato. E il degrado, quando lo ignori, non scompare: peggiora. Fino a diventare un pericolo”.
Nel 2017 si era avviato un percorso per dare nuova vita a questa struttura, con l’obiettivo di restituirla alla città coprendo anche la necessità di una sede per un distaccamento dei Vigili del Fuoco nel levante cittadino.
Diverse poi le proposte avanzate dai comitati di quartiere, dalle associazioni, cittadinanza attiva e municipio, ma senza alcun seguito.
“È inaccettabile – prosegue Finocchio – che si continui a voltarsi dall’altra parte, lasciando che il tempo e l’incuria facciano il loro corso. Ed è altrettanto inaccettabile che, anziché mettere in sicurezza e recuperare ciò che esiste, si pensi solo a fare tabula rasa per lasciare spazio a qualcos’altro. Perché questa città non ha bisogno di altro cemento, ma di rispetto per la sua storia e sicurezza per i suoi cittadini. Basta degrado. Basta abbandono. Basta scelte poco trasparenti. È il momento di assumersi le responsabilità e agire davvero, prima che sia troppo tardi”.

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