Genova – Sono numerose e a tratti roventi le reazioni politiche all’annuncio della sindaca Salis di rinunciare al progetto per la costruzione dello Skymetro per trovare una soluzione meno impattante per il territorio e i quartieri attraversati. Un no che arriva anche dopo l’indisponibilità, ribadita oggi dal Ministero dele Infrastrutture e dei Trasporti, ad una proroga per l’utilizzo delle risorse.
«Dal confronto che si è tenuto oggi a Roma tra il Comune di Genova e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – spiegano il vicesindaco di Genova Alessandro Terrile e l’assessore ai Lavori pubblici Massimo Ferrante – è emersa l’indisponibilità a concedere la proroga per l’utilizzo delle risorse per il progetto Skymetro, già richiesta il 16 maggio dalla Giunta Piciocchi».
«Ad avviso degli uffici del Ministero – spiegano il vicesindaco Terrile e l’assessore Ferrante – ove i lavori non siano aggiudicati entro il 31 dicembre 2025, l’opera sarà definanziata con conseguente onere per il Comune di Genova di restituire circa 19 milioni di euro impegnati negli ultimi tre anni per le quattro versioni progettuali fino a qui poste in essere, nessuna delle quali oggi ha completato l’iter approvativo in conferenza dei servizi. Come era chiaro anche alla precedente amministrazione, che infatti aveva richiesto al Ministero la proroga dei termini, il progetto Skymetro non è cantierabile entro il 31 dicembre 2025. Non è infatti possibile procedere in tempi utili con le rilevanti modifiche progettuali richieste dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, e reperire le risorse – ad oggi non stanziate – per la demolizione della scuola Firpo, l’acquisto dell’area e la realizzazione di un edificio scolastico sostitutivo».
«La posizione del Ministero comunicata oggi – aggiungono il vicesindaco Terrile e l’assessore Ferrante – dimostra che, nonostante i ripetuti annunci, la precedente amministrazione comunale non è stata in grado di utilizzare le risorse ottenute, perdendosi in oltre tre anni di progettazioni non realizzabili, cagionando un potenziale e concreto danno erariale di 19 milioni di euro. Nonostante il fallimento del centrodestra, continueremo a confrontarci con tutte le istituzioni per dotare la Val Bisagno di un sistema di trasporto rapido, sostenibile e compatibile con il paesaggio per garantire a tutti gli abitanti della vallata il diritto alla mobilità».
Sul “caso” interviene anche Ilaria Cavo di Noi Moderati.
“Oggi abbiamo chiesto di dire sì o no allo Skymetro. La sindaca Silvia Salis ha risposto no. Di fronte a una posizione del Mit che, ancora oggi, ha definito il progetto compatibile dal punto di vista ambientale e sostenibile, ai cittadini resta un’altra sola certezza: alla prospettiva di una qualunque nuova progettualità per il trasporto pubblico in Valbisagno mancheranno i finanziamenti per realizzarla, perché i 400 milioni che la precedente amministrazione aveva già ottenuto per Genova andranno perduti. Assistiamo allo scarico di responsabilità sul pregresso e a promesse a zero euro”.
Negativo anche il commento dell’ex assessore Matteo Campora, tra i proponenti del progetto e oggi consigliere regionale.
“Apprendiamo con stupore la posizione di contrarietà allo Skymetro assunta dalla Giunta Salis: questa infrastruttura rappresenta una grande opportunità per il Comune di Genova, specialmente per tutti i cittadini che abitano in Valbisagno e ogni mattina si trovano a lottare con il traffico. Va ricordato che è stata valutata dai tecnici come l’unica opera possibile e ricordo che è stata scelta da un governo di sinistra in particolare dal ministro Giovannini noto per la sua grande attenzione alla sostenibilità. Skymetro è un’infrastruttura estremamente importante, capace di rivoluzionare la Valbisagno.
Le alternative – secondo l’ex assessore Campora – sono state valutate e reputate non realizzabili: non è possibile, infatti, un’infrastruttura all’interno dell’alveo del Bisagno, così come non è possibile pensare a metropolitane sotterranee, perché queste tipologie di infrastrutture si scontrano con il piano di bacino, così come non è possibile il tram in quanto non finanziabile dal Ministero dei Trasporti perché l’asse Valbisagno ha già ricevuto finanziamenti. L’unica soluzione vera e concreta per il trasporto in Valbisagno è la metropolitana rialzata sopra terra che permetterebbe di raggiungere il centro in 10/12 minuti a chi abita a Molassana, e in 15 minuti per chi abita a Prato. E’ un’opera sostenibile perché elettrica: è stato previsto infatti un impianto di pannelli fotovoltaici capaci di dare energia direttamente all’infrastruttura. Ritengo, poi, che la richiesta di una proroga sia un atto assolutamente eccessivo per due motivi: l’opera è cantierabile entro l’anno e poi domando a Salis: che senso ha chiedere una proroga per un’opera che ha già detto di non voler fare?”