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Genova, ambulanza della Croce Verde di Sestri assalita

ambulanza croce verde sestri ponente genovaGenova – Ennesima aggressione ai danni di soccorritori volontari e operatori sanitari nel capoluogo ligure. L’episodio viene denunciato dalla Croce Verde di Sestri Ponente che ha pubblicato sui social una lettera appello per raccontare l’ultimo episodio, avvenuto nella notte del 13 luglio scorso:
“Questa notte un uomo ha iniziato a bussare insistentemente contro il cancello della Croce Verde Pegliese, urlava, gli abitanti hanno subito pensato necessitasse di un soccorso e la Centrale Operativa 118 ha inviato un’ambulanza di Sestri Ponente. Appena arrivati nel luogo dell’evento, i soccorritori hanno notato un ragazzo a terra, a torso nudo, evidentemente l’uomo che ha dato origine alla segnalazione. Il Capo Squadra si avvicina al malcapitato, lo chiama, gli offre il nostro aiuto, questi si gira in malo modo, urla di essere lasciato in pace, scatta in piedi con aria minacciosa e si dirige verso il soccorritore che prova a rifugiarsi in ambulanza. Non finisce, l’uomo afferra le gambe del ragazzo, prova a non farlo salire, a non fargli chiudere la porta dell’ambulanza, ma il secondo si divincola, si mette al sicuro e chiude la porta con la chiusura elettronica. Il malcapitato si allontana, continua a inveire verso l’ambulanza, il cui equipaggio chiede alla centrale operativa l’intervento delle forze dell’ordine. Il 118 invita l’ambulanza ad allontanarsi, a mettersi al sicuro e attendere che sia di competenza (medico o polizia) ad effettuare un primo intervento; i ragazzi provano ad allontanarsi ma l’uomo ritorna verso di loro, dopo essersi calato i pantaloni, avergli mostrato le parti intime, raggiunge la portiera dell’autista, che nel frattempo aveva provato ad eluderlo ingranando la retromarcia, sinché un veicolo sopraggiungeva da tergo interrompendo la manovra. L’uomo, quindi, raggiungeva l’ambulanza, provava ad aprire la portiera per raggiungere l’autista, sempre urlando, poi colpiva ripetutamente il vetro tentando di infrangerlo; l’autista, approfittando del momento, riusciva ad ingranare la prima ed allontanarsi dalla scena.
L’ambulanza incontrava la polizia inviata in ausilio, gli spiegava quanto avvenuto, gli mostrava il video dell’aggressione subita e gli agenti, appurato quanto fosse avvenuto, avendo notato il forte stato di agitazione e paura nei due ragazzi di 26 e 22 anni, li tranquillizzavano, gli suggerivano di mettersi un attimo in disparte e si mettevano alle ricerche.
Pochi istanti dopo una chiamata dalla Centrale Operativa della Questura, l’aggressore era stato trovato, fermato, messo in sicurezza, immediatamente dopo i ragazzi vedevano passare la volante con il loro aggressore, lo vedevano dimenarsi nell’autovettura, quasi che volesse distruggere anche la macchina della polizia, aggredire anche i poliziotti.
Ciò nonostante, questo intervento folle, si tranquillizzava, la polizia era arrivata, l’uomo era stato fermato, il pericolo, sembrava, terminato.
Immaginate il nostro stupore oggi quando i nostri volontari ci fanno sapere di avere visto quell’uomo, quello che si presumeva fosse stato fermato, bloccato, arrestato, aggirarsi liberamente nelle nostre strade.
Premettiamo che noi siamo perfettamente consapevoli che nel 2025 il disagio sociale e l’assenza di sufficienti servizi alla persona portino a frequenti interventi correlati, che questi malcapitati, gli “ultimi”, necessitano di un intervento incisivo nel ramo sociale, tuttavia, riteniamo che non si possa concedere tutto.
Non riteniamo normale che ci siano persone che si permettano di aggredire sanitari, volontari, forze dell’ordine e che non vengano contenuti, non riteniamo normale vedere poliziotti e carabinieri correre in nostro aiuto e vedere il loro lavoro inficiato da provvedimenti cautelari non adottati o insufficienti, non riteniamo normale vedere sempre le stesse persone ripetere per dei mesi le stesse azioni illegali consapevoli che affronteranno le conseguenze, forse, solo dopo anni.
Noi non riteniamo normale che vi siano tra i cd. “ultimi” persone umili e educate, rispettose di noi e della legge che chiedono aiuto e ringraziano ed altri a cui è concesso di vivere di prepotenza nei nostri confronti, nei confronti delle forze dell’ordine e del cittadino.
È stata recentemente emanata una legge che punisce più gravemente le violenze e le minacce ai sanitari e a coloro che danneggiano i beni mobili finalizzati all’assistenza sanitaria, gli strumenti ci sono, perché allora un uomo che ha usato violenza e manacce verso i nostri ragazzi per fargli omettere un dovere di ufficio, che ha tentato di danneggiare un’ambulanza, che è un bene destinato all’assistenza sanitaria, non è stato arrestato?
Vogliamo anche fare un appello allo Stato, in questo contesto il Tribunale e la Procura di Genova, affinché adottino delle linee guida più restrittive contro gli autori di questi reati.
Il nostro timore è che, qualora la paura di affrontare la strada aumenti, qualora pervada i volontari, anche quelli più giovani, quelli che rinunciano al sabato sera in discoteca per salire in ambulanza, il servizio si fermi, che non potremo più garantire un servizio di assistenza che a Sestri Ponente non si è mai fermato dal 3 di ottobre del 1903”.

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