Genova – Un presidio di protesta davanti alla sede dell’autorità portuale, a Palazzo San Giorgio, per chiedere maggiori controlli sui traffici di armi che passano anche dal porto genovese. Lo ha organizzato per questa mattina, a partire dalle 8, il Calp, il collettivo autonomo lavoratori portuali dopo la scoperta di un cannone da guerra pronto per essere imbarcato a ponte Eritrea sulla Bahri Yambu, nave del gruppo saudita già al centro delle proteste dei portuali genovesi perchè accusate di trasportare carichi di armi diretti in zone di guerra in contrasto con il dettato dell’articolo 11 della Costituzione italiana.
In questo caso la Bahri Yambu dovrebbe imbarcare due cannoni navali ed un container con attrezzature e parti necessarie al montaggio su navi da guerra e i lavoratori temono che possano essere utilizzati in conflitti del Medio Oriente o in altri scenari di guerra.
Recentemente la mobilitazione dei lavoratori dei porti del Mediterraneo, riuniti in una sorta di rete di osservazione e protesta, hanno bloccato un carico di armi che è stato “rispedito al mittente”
Questa mattina la protesta è diretta contro l’imbarco dei cannoni prodotti dalla Leonardo a La Spezia e per chiedere il rispetto degli accordi internazionali contro il commercio di armi che non sempre vengono utilizzate per scopi “difensivi” come previsto dalle normative italiane per ottenere le autorizzazioni al trasporto.
Considerato che l’articolo 11 della Costituzione italiana, architrave della democrazia in Italia recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”.
La protesta contro il traffico di armi passa anche attraverso una petizione on line sulla piattaforma Change.org
Sui social è attiva la pagina The Weapon WATCH – Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei che monitora le attività dei traffici di armi nei porti