Genova – Un appello alle compagnie armatrici e ai lavoratori del settore portuale per bloccare la movimentazione delle merci dirette e provenienti da Israele se l’esercito assalterà e blocchera le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla dirette a Gaza con gli aiuti umanitari. A lanciarlo The Weapon Watch, l’osservatorio sulle armi nei porti dopo quello diffuso dal palco, a Genova, in occasione della mega manifestazione a sostegno della Pace nella Striscia di Gaza e in supporto della missione umanitaria intrapresa dalla flottiglia.
Un appello rivolto anche e soprattutto alle aziende che operano nel settore del trasporto marittimo di merci da e per Israele.
“A seguito delle espressioni di sostegno della cittadinanza – scrive The Weapon Watch – e delle istituzioni alla spedizione di viveri a bordo della Global Sumud Flotilla, promossa dall’Associazione Music for peace e dai lavoratori del porto di Genova, a favore della popolazione di Gaza oppressa da una guerra senza tregua e senza fine, e vittima di sterminio da parte dello stato di Israele in violazione di ogni legge umana e di ogni norma del diritto internazionale, l’osservatorio Weapon Tatch propone l’adesione all’iniziativa umanitaria in ragione del vostro coinvolgimento nei rapporti commerciali con lo stato di Israele”.
Secondo le fonti pubbliche diffuse dall’osservatorio il porto di Genova movimenta annualmente circa 30-35mila teu (container) nei confronti dei porti israeliani di Ashdod e Haifa.
A trasportarli sono principalmente le navi della compagnia di navigazione Borchard Lines, rappresentata dall’agenzia Cosulich, ZIM da ZIM Italia, MSC da MSC Italia.
Esse fanno un centinaio di scali all’anno a Genova, operate nei primi due casi (Borchard e ZIM) da GPT a Ponte Idroscalo Ponente e nel terzo dal terminal di Calata Bettolo.
I lavoratori dei tre terminal, insieme ai soci della CULMV, movimentano nell’anno circa 600mila teu in totale, per cui il traffico con Israele corrisponde al 5% del loro operato e all’1,5 dell’operato in teu dell’intero porto.
“Il Governo israeliano – scrive The Weapon Watch – ha annunciato che non tollererà l’ingresso in acque territoriali della Flotilla e che metterà in carcere gli equipaggi, trattandoli alla stregua di terroristi”.
“Nel caso malaugurato – prosegue l’appello – che Israele dia seguito a queste intimidazioni intervenendo con violenza contro la pacifica espressione di solidarietà da parte della Global Sumud Flotilla, di cui fanno parte le barche genovesi partite dal Porto Antico sabato scorso con i viveri raccolti dalla cittadinanza, chiediamo di astenervi dalla movimentazione dei container e delle rispettive merci nei confronti di Israele. Lo chiediamo alle aziende coinvolte, in nome dei principi di rispetto delle convenzioni internazionali sui diritti umani scritti nei codici etici e nei report di sostenibilità ostentati nei loro siti web, affinchè non suonino come affermazioni vuote e ipocrite”.
L’appello si rivolge anche al Gruppo Spinelli che ha offerto, a titolo umanitario, due container per la spedizione.
“Preso atto con favore – scrive l’osservatorio per le armi nei porti – in particolare, che il Gruppo Spinelli ha offerto a titolo umanitario due container per la spedizione, ci auguriamo che, nel caso di repressione dell’iniziativa, esso voglia essere coerente e conseguente astenendosi dall’operare merce da e per Israele”.
L’appello si rivolge anche ai Lavoratori del comparto.
“Chiediamo – prosegue l’osservatorio – a tutti i lavoratori del cluster marittimo-portuale, ricorrendo a ogni espressione di libero dissenso e in ogni caso al diritto all’obiezione di coscienza, di astenersi dalle attività operative e di ufficio che riguardino la commercializzazione e la movimentazione di merci nei confronti di Israele”.
L’appello è stato sottoscritto dal CALP, il Collettivo Lavoratori del porto di Genova.