Genova – Navi militari israeliane hanno abbordato le imbarcazioni della missione umanitaria Global Sumud Flotilla e scatta immediata la reazione delle associazioni che avevano promesso la mobilitazione generale in caso, appunto di assalto.
Alle 22 è previsto l’appuntamento per la protesta organizzata in pochi minuti da USB e dalla galassia dei sindacati, dei comitati e dei movimenti che sostengono la missione di pace della Global Sumud Flotilla
Luogo di incontro varco Albertazzi, all’ingresso del Porto
La notizia dell’assalto dell’esercito israeliano alle 44 imbarcazioni della Flotilla è arrivata intorno alle 20,30 e i collegamenti in diretta web dalle stesse barche e subito è scattata la reazione di chi aveva promesso la protesta generale nel caso in cui il blocco fosse avvenuto.
Poco prima dell’assalto le truppe speciali israeliane hanno inviato un ultimo messaggio via radio intimando l’alt e chiedendo di cambiare rotta. Dalle imbarcazioni della Flotilla è arrivata una risposta che potrà trasformarsi in atto di accusa laddove la vicenda finisse nei tribunali internazionali come previsto.
I portavoce della Global Sumud Flotilla hanno infatti risposto che la missione non può essere bloccata poiché il diritto internazionale non consente a nessun esercito o forza armata di bloccare una missione umanitaria e, tantomeno, di bloccare aiuti umanitari diretti alla popolazione affamata dal conflitto.
Israele si appella infatti al “blocco navale” annunciato in modo unilaterale nel 2009 e che – secondo il trattato di Sanremo del 1994 consente, in casi particolari (come quello in corso) alle forze armate del paese belligerante che ha dichiarato il blocco navale, di salire a bordo delle imbarcazioni e verificare che non trasportino armi o persone armate.
Laddove, però, non si trovassero armi e non ci fossero persone armate a bordo, la missione dovrebbe poter proseguire sino alla consegna degli aiuti.
Di fatto, invece, l’esercito israeliano intende sequestrare le imbarcazioni e il loro carico, portarle nel porto di Ashdod, in Israele, e qui gli equipaggi verrebbero identificati ed espulsi e il carico verrebbe trasferito via terra a Gaza anche se è già stato detto – in palese contraddizione con le risoluzioni Onu, Unicef e internazionali – che a Gaza non c’è nessuna crisi umanitaria e non ci sono persone affamate.
La Camera del Lavoro (CGIL), nell’ambito del percorso di mobilitazione verso lo sciopero generale di venerdì 3 ottobre a sostegno della Global Sumud Flotilla e per Gaza partecipa al presidio davanti alla sede di Music for Peace.
notizia in aggiornamento