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Genova, miasmi e forti odori alla Foce, ora indaga anche la Asl

puzzaGenova – Scenderà in campo anche la Asl 3 genovese nella “caccia” alla causa dei miasmi e degli odori nauseabondi che continuano ad ammorbare la zona della Foce, di Carignano e di Albaro.
Lo ha deciso il Comune di Genova con l’assssore Silvia Pericu che ha disposto l’invio di una richiesta formale alla Asl affinchè venga monitorata la qualità dell’aria – già controllata da Arpal – e vengano disposti controlli per accertare se, oltre alla puzza, nei quartieri vengano diffuse sostanze in qualche modo pericolose per carica batterica o presenza di composti chimici.
La decisione dopo che alcuni residenti hanno denunciato malori e irritazione delle vie aeree in concomitanza del forte odore che, da mesi, entra a sorpresa dalle finestre e ammorba le case oltre alle strade.
Un odore di cui si continua ad ignorare la provenienza, con grande disappunto di chi è costretto a subirlo e che pensava che le strumentazioni tecniche a disposizione degli enti preposti alla salvaguardia della salute fossero ben in grado di isolare e identificare le sostanze che lo compongono arrivando per deduzione all’origine.
Un “mistero” che va avanti da mesi, colpendo senza preavviso, appartentemente senza motivo scatenante, e in zone diverse, probabilmente a causa del vento.
Inizialmente escluso, il depuratore di Punta Vagno torna nel “mirino” dei residenti della zona della Foce che hanno fatto notare come siano state realizzati quelli che sembrano nuovi “sfiati” sulla copertura. I Cittadini chiedono che vengano disposti accertamenti per escludere la eventuale responsabilità dell’impianto.
Occhi puntati anche sul Waterfront che potrebbe avere problemi di ricambio dell’acqua nei canali artificiali voluti dal progetto di Piano. Le acque praticamente ferme, alla confluenza del Bisagno con il mare e una qualità delle acque marine e fluviali non esattamente “da bere” potrebbero aver creato uno strato di sedimento nelle vasche e che potrebbe degradare proprio emettendo gas odorigeni.
Altre ipotesi al vaglio sono gli scavi in corso in piazzale Kennedy dove è emersa persino una imbarcazione usata durante la Seconda Guerra Mondiale, peraltro subito tombata senza apparentemente valutarne un possibile utilizzo espositivo.
Sotto la lente degli “investigatori” anche la rete fognaria che potrebbe presentare delle problematiche soprattutto per quanto riguarda la manutenzione e l’età.
Con la valutazione delle sostanze diperse dell’aria si potrebbe restringere il campo dei sospettati e iniziare a concentrare controlli e ispezioni in modo più mirato. Se lo augurano i residenti della Foce, di Carignano e di Albaro che da mesi vengono investiti da improvvise ondate di fetore insopportabile e che, in alcuni, iniziano a causare fastidi anche alla salute.
Un campanello di allarme che potrebbe preludere l’avvio di denunce alle forze dell’ordine e l’apertura di una inchiesta della magistratura per l’ipotesi di reato di “lancio di oggetti pericolosi” in cui rientrano le emissioni odorose fastidiose o addirittura pericolose per la salute.

 

 

al lavoro per scoprire l’origine dei cattivi odori che da diversi mesi infestano i quartieri della Foce, di Albaro e di Carignano.
Lo ha annunciato l’assessore comunale all’Amsenbiente Silvia Pericu, che spiega come “nell’interesse delle cittadine e cittadini genovesi e in particolare di coloro che vivono e lavorano in alcune zone della Foce, Albaro e dei confinanti quartieri, nel Municipio Centro Est, interessati dai miasmi iniziati nei primi giorni di settembre, la nostra direzione Ambiente ha inviato una richiesta all’Asl 3 genovese di ulteriori verifiche, che possano valutare eventuali ricadute di carattere sanitario sulla salute della popolazione”
Negli scorsi giorni i rappresentanti del Municipio Medio Levante avevano sollecitato il Comune, la stessa Asl 3 ed altri enti affinché si attivassero per risalire all’origine di questi forti miasmi, avvertiti quotidianamente dallo scorso agosto.
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“Il Comune si è attivato tempestivamente per la ricerca delle cause e per attivare tutte le possibili soluzioni – spiega l’assessora – E’ stata avviata un’indagine con deleghe ad Arpal e alla polizia locale con accertamenti sul terreno. Sono al lavoro e siamo confidenti nel loro lavoro che porterà a una prossima soluzione».
Nel frattempo proseguono le indagini della Procura, che aveva aperto un’inchiesta proprio sul problema. Le segnalazioni dei cittadini aumentano, alcuni dei residenti avevano denunciato una puzza così intensa da far bruciare gli occhi.

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