Genova – Ladri pasticcioni in azione al Museo di Storia Naturale dove, nella notte tra il 6 e il 7 agosto, ignoti sono riusciti ad entrare nella struttura ed hanno infranto alcune vetrine. Obiettivo del furto i corni degli esemplari di rinoceronte esposti nel Museo.
I ladri hanno rotto le teche in crsitallo e hanno letteralmente staccato i corni dei due animali impagliati lasciando teste mozze ed esemplari mutilati.
I malviventi non si sono però accorti che i corni erano copie di gesso opportunamente rimossi proprio per evitare il traffico di questo preziosissimo materiale che, sui mercati orientali, viene venduto a peso d’oro per ridicole credenze legate alla potenza sessuale.
Al mattino successivo il personale del Museo ha fatto la curiosa scoperta ed ha denunciato il curioso ed inutile furto e sulla vicenda è iniziato uno sfottò sulle pagine di Facebook, rivolto ai ladri ignoranti e decisamente sprovveduti.
I corni dei rinoceronti sono oggetto di un traffico illegale da decenni. In alcuni Paesi arabi viene utilizzato per confezionare la custodia di un coltello rituale che viene donato ai giovani che “diventano uomini” e in gran parte dell’estremo oriente, si crede – senza alcun fondamento scientifico visto che il corno è fatto di cheratina, sostanza presente anche nelle nostre unghie e capelli – che la polvere di corno di rinoceronti doni straordinarie doti “amatorie” legate all’erezione maschile.
In Africa occorre far sorvegliare da uomini armati gli ultimi esemplari di rinoceronte e questo furto ricorda l’estremo interesse che ancora esiste su prodotti legati a tradizioni senza fondamento scientifico ma molto radicate.
Lecito domandarsi, però, come abbiano fatto i ladri a non accorgersi che stavano sottraendo copie di gesso e non corni animali.