Genova – Poteva salire ad almeno tre morti il bilancio della sparatoria in cui hanno perso la vita Adriano e Walter Lamberti, padre e figlio, davanti al bar Risveglio, sul lungomare di Pegli.
Secondo la testimonianza del genero di una delle vittime, infatti, Salvatore Maio avrebbe puntato l’arma anche contro di lui ma sarebbe stato disarmato prima che riuscisse a fare fuoco.
La testimonianza è emersa durante l’interrogatorio delle persone che erano presenti al duplice omicidio e che hanno raccontato come si sono svolti i fatti.
Il genero di Adriano Lamberti ha raccontato di aver scambiato la pistola impugnata dal killer per un “giocattolo” edi aver capito che era davvero in grado di uccidere solo dopo essere riuscito a farla cadere di mano all’omicida ed aver visto il suocero e il cognato a terra, colpiti e sanguinanti.
Altri testimoni verranno ascoltati nelle prossime ore mentre emerge dalle indagini un rapporto dei carabinieri del Ros, che risalirebbe al 2010, in cui il nome di Salvatore Maio viene accostato all’inchiesta “Maglio 3” sull’infiltrazione della ndrangheta nel capolugo ligure. Secondo gli investigatori il killer avrebbe avuto contatti con persone poi indagate per le scorribande della malavita organizzata.
Era già emerso, invece, che l’uomo era già stato condannato per omicidio e certamente non avrebbe dovuto girare armato.