Genova – Colpo di scena nelle indagini sul crollo di ponte Morandi e sulla tragedia costata la vita a 43 persone, tra i documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza in vari uffici “spunta” una lettera che dimostrerebbe che Ministero delle Infrastrutture, Provveditorato alle opere pubbliche di Genova e la Direzione manutenzioni della società Autostrade sapevano, almeno dal 28 febbraio scorso, che il ponte Morandi aveva problemi di sicurezza. Il documento, pubblicato dal settimanale l’Espresso, sarebbe uscito dall’ufficio del direttore delle manutenzioni di Autostrade, Michele Donferri Mitelli per finire in quelli della Direzione generale per la vigilanza del Mit e il Provveditorato ed evidenzierebbe i rischi per la sicurezza collegati all’approvazione in ritardo del progetto esecutivo per rinforzare parte del ponte e suggerirebbe di provvedere al più presto un “incremento della sicurezza”.

Un documento importante per lo sviluppo delle indagini e che potrebbe evidenziare che potevano essere presi provvedimenti, come la limitazione del carico sul ponte, che avrebbero potuto evitare la tragedia.

Gli inquirenti stanno sequestrando un enorme quantitativo di documentazione nei vari uffici che avrebbero dovuto occuparsi della sicurezza del tratto autostradale proprio per capire quale fosse il grado di “consapevolezza” del pericolo imminente e quali provvedimenti siano stati presi per ridurlo o quantomeno attenuarlo.

Alla pubblicazione della lettera ha risposto, in una nota, la società Autostrade

l”In relazione alla lettera pubblicata da L’Espresso – è scritto nella nota – Autostrade per l’Italia evidenzia che si tratta di una ordinaria comunicazione con cui la competente direzione del Ministero delle Infrastrutture viene sollecitata per l’approvazione del progetto di miglioramento delle caratteristiche strutturali del viadotto Polcevera, per il quale era già stato prodotto il parere favorevole da parte del Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche, tenuto conto che il tempo di approvazione da parte del Ministero si stava protraendo oltre il termine dei 90 giorni”.

“Il progetto – conclude la nota – aveva l’obiettivo di migliorare la vita utile dell’infrastruttura. Risulta, quindi, assolutamente fuorviante e non veritiera l’interpretazione del settimanale secondo cui si sarebbe trattato di una “lettera d’allarme” che metteva in guardia sulla “non sicurezza” del viadotto”.