Teatro Carlo Felice

Genova – Teatro Carlo Felice aperto durante lo stato di allerta rossa per un evento privato con oltre 1500 invitati.
E’ Gianni Pastorino, rappresentante di Linea Condivisa, a chiedere spiegazioni sul motivo che ha spinto il Comune (il sindaco era addirittura presente all’evento) a non rinviare l’evento organizzato per i festeggiamenti di un noto marchio commerciale cittadino.
Una festa che ha richiamato un numero considerevole di persone, in larga maggioranza da un quartiere genovese che, in passato, è stato colpito dall’alluvione.

“il Comune ha due regole – denuncia Pastorino – quelle per i servizi pubblici e quelle per gli interessi dei privati”.

Ieri sera, nonostante l’allerta rossa scattata alle ore 20, è stato confermato il talk show dedicato alla città per festeggiare i 150 anni del marchio storico genovese.
Un evento nel quale il Teatro Carlo Felice è stato unicamente “ospitante” poiché tutta l’organizzazione era gestita da un committente privato con il benestare del Comune.

«Premettiamo che ci fa piacere che vi siano iniziative per un’impresa che svolge un’attività economica meritevole sul nostro territorio, posto che ci sorge spontaneo chiederci come mai un anniversario di un’azienda privata vada celebrato utilizzando fondi pubblici, ma ci sorprende e preoccupa che un evento pubblico sia stato confermato in piena allerta rossa – dichiara il consigliere regionale Gianni Pastorino – sono anni che sensibilizziamo la cittadinanza sui rischi che comporta lo spostarsi durante fasi metereologiche complesse».

«Se le scuole restano chiuse, molte attività pubbliche vengono sospese, vi sono limitazioni del traffico e gli stessi mezzi pubblici vengono limitati (ne è un esempio la metropolitana di Genova, chiusa già in allerta arancione dalla domenica mattina), come mai il Comune di Genova non decide di rimandare uno spettacolo pubblico? – prosegue il consigliere Pastorino – E a nulla valgono le giustificazioni date circa i piani di emergenza del Carlo Felice, di cui non dubitiamo, perché le persone correvano ugualmente un rischio nello spostamento da casa a teatro, prima e dopo lo spettacolo».

«Fortunatamente, non solo per l’evento ma per tutta la città, non vi sono state situazione di pericolo – puntualizza Pastorino – ma il merito va dato appunto al caso e non alle istituzioni, che a nostro giudizio avrebbero dovuto operare scelte coerenti con le indicazioni metereologiche».

«Ci chiediamo perché il Comune di Genova non sia intervenuto per dire che lo spettacolo doveva essere rimandato – conclude il consigliere Pastorino – Ci sorge il dubbio che esistano due regole per la Giunta capitanata da Marco Bucci: quelle che determinano lo svolgimento regolare e la garanzia dei servizi e quelle del business. “The show must go on”, nonostante il possibile pericolo fatto correre alla cittadinanza».

LiguriaOggi.it ha evidenziato il problema già nella giornata di ieri, a poche ore dall’avvio dello stato di Allerta Rossa (massima) per maltempo.
Nel corso della conferenza stampa sulla situazione, il sindaco Bucci – ci auguriamo non riferendosi alla nostra Testata e al nostro articolo – si è lasciato andare ad una dichiarazione dai contenuti offensivi e non degni di un Paese civile dove l’Informazione ha tutto il diritto di chiedere conto di quanto avviene e dove i rappresentanti dei Cittadini hanno il dovere di rispondere senza trascinare la questione sul terreno dell’offesa personale.

“Chi fa polemica sull’allerta rossa – ha dichiarato il sindaco in conferenza stampa – non è degno di essere genovese”.

Ai giornalisti che chiedevano spiegazioni su quanto appena dichiarato, il primo cittadino non ha voluto rispondere, manifestando un forte nervosismo che mal si addice a chi deve rispondere ai suoi concittadini delle proprie scelte.

L’evento si è svolto senza problemi ma la “delicatezza” di quanto avvenuto, al di là delle posizioni politiche, è tale da meritare una risposta ufficiale senza offese a chi pone domande lecite e “scomode” per professione e non certo per interessi personali.

A tal proposito ricordiamo che, in archivio, sono reperibili analoghe “domande scomode” fatte a amministratori di ogni orientamento politico che dimostrano, laddove ve ne sia bisogno, che la Testata pone domande e vorrebbe risposte, indipendentemente dal colore politico dell’amministrazione di turno.