sardine piazza De FerrariGenova – Piazza De Ferrari piena di persone. Tante sardine colorate disegnate su ogni tipo di materiale e poi tanta musica, canti (da bella ciao all’inno nazionale) e tante, tante persone desiderose di lanciare un segnale forte alla politica.

Il movimento delle “sardine” fa il pieno anche nel capoluogo ligure riempiendo la piazza storica delle “adunate” genovesi.
Dodicimila persone secondo i dati “ufficiali”, qualcosa di meno per chi in piazza c’era davvero ma il numero conta relativamente perché era il segnale a creare la “suspance”: come avrebbe reagito una città governata per decenni dalla sinistra e che poi le ha voltato completamente le spalle eleggendo un Governatore di centro-destra e un sindaco filo leghista?

E la città ha reagito esattamente come previsto, con tanta voglia di cambiamento ma al di fuori dei tradizionali colori che l’hanno delusa tanto a fondo da disinammorarsi e preferire la rivolta promessa dal Movimento 5 Stelle o scegliendo l’astensione.

Ma oggi in piazza non c’erano, come crede qualcuno, i germogli di una nuova sinistra in grado di ritornare a radunare folle oceaniche ma, piuttosto, la speranza di molti di veder emergere un “qualcosa” che rinneghi le scelte suicide degli ultimi 10 anni (e forse più), che rinneghi il sacrificio dell’articolo 18, che rinneghi il Job Act e la precarizzazione del lavoro e riparta dal basso, dalle esigenze reali del popolo.

Nella piazza gremita di persone è balzata agli occhi la voglia di cambiare, la voglia di dire no agli eccessi di alcuni movimenti politici che rischiano di salire al Governo con percentuali bulgare ma, soprattutto, è risultata evidente la mancanza di un “leader”, un uomo o una donna in grado di trasformare tutta quella energia in un affluente di un movimento più grande.

Poche le parole, frasi di circostanza piuttosto imbarazzate e alcuni slogan simpatici evidentemente coniati “contro” qualcuno, “contro” qualcosa.
Nessun discorso trascinante, nessun programma, nessun obiettivo a medio-lungo termine.
Ancora una volta un movimento emergente e dotato di enorme potenziale che, però, rischia di non presentarsi compatto alle elezioni per la mancanza di un punto di riferimento nuovo che non può essere nulla di quanto visto sino ad ora.

Su questo punto i tanti giovani in piazza erano concordi. Nessun volto noto e nessun rappresentante di un passato recente e che ha rinnegato le sue origini, può candidarsi a guidare le “sardine”. Genova, davvero, non abbocca