Genova – Il Movimento 5 Stelle chiede massima attenzione sul progetto per la realizzazione della nuova diga a protezione del porticciolo di Nervi poiché potrebbe danneggiare la prateria di posidonia con conseguenze disastrose sull’erosione della costa e sulla violenza delle mareggiate.

“L’integrità delle praterie di Posidonia nelle due aree ZSC – Zone Speciali di Conservazione – che si trovano nei fondali Nervi-Sori e Boccadasse-Nervi è fondamentale perché, come affermato anche dal Wwf, costituisce il primo importante baluardo di difesa della costa e di attenuazione dell’energia delle onde di mareggiata”, dichiara il consigliere regionale Marco De Ferrari.

“Ogni progetto che può interferire seppur a distanza su queste delicatissime aree deve essere accompagnato da una puntuale Valutazione di incidenza. Come MoVimento 5 Stelle restiamo vigili in attesa che il Comune di Genova depositi alla Regione la relazione di incidenza sul territorio interessato dal progetto della nuova diga”.

“Dopodiché valuteremo attentamente i rischi connessi alla messa in opera di un’opera così impattante sia sullo storico porticciolo (assieme ad altri due progetti ha il costo complessivo addirittura di 5 milioni di euro, finanziato al 50% dalla Regione), sia sui fragilissimi posidonieti, estremamente suscettibili a variazioni ambientali anche minime”.

“Ispra – continua il consigliere – ha dichiarato che lo status di conservazione della Posidonia oceanica, in Italia, non è adeguato e le coste liguri risultano in più parti soggette a forte erosione, anche a causa della scomparsa di questa essenziale pianta sottomarina: da una parte il seppellimento da torbida, dall’altra l’erosione per interventi di origine antropica hanno provocato nel tempo danni irreversibili a queste preziose praterie. Possono bastare anche solo due giorni di interferenza e perturbazione perché la Posidonia oceanica possa subire efffetti negativi ed estremi con conseguente morte e scomparsa”.

“Serve quindi massima attenzione quando si rischia di incidere negativamente sui fragili equilibri marini. I danni possono essere poi irrecuperabili e irreversibili con effetti che rischiano di palesarsi a posteriori dell’ennesima emergenza meteomarina. Oggi, poi, con i cambiamenti climatici in atto purtroppo sempre più frequenti. Quello che chiediamo quindi è un percorso virtuoso di conservazione e, dove possibile, di rinaturalizzazione delle nostre coste. Anche prevedendo opere di messa in sicurezza ma che ogni intervento avvenga nel massimo e più completo rispetto dell’ambiente e del paesaggio. In piena sintonia all’articolo 9 della nostra Costituzione e alle virtuose Direttive Europee di salvaguardia ambientale”, conclude De Ferrari.