palazzo di Giustizia genovaGenova – Foto e filmati che “spariscono” dai profili social e un quarto uomo che sarebbe stato a bordo del Suv che ha travolto 4 ragazze in piazza Pedegoli a Quezzi sabato sera.
Proseguono senza sosta le indagini per ricostruire dinamica dell’incidente e responsabilità per il terribile incidente che ha provocato gravi lesioni ad un gruppo di ragazze.
Ieri si è costituito anche un terzo occupante del veicolo che ha causato l’incidente ma gli inquirenti sospettano che sul Suv si trovasse anche una quarta persona che ancora si sottrae alle sue responsabilità e che potrebbe essere stata riconosciuta da alcuni testimoni sul posto.

La frequentazione del gruppo di amici nel quartiere di Quezzi era infatti costante visto che la ragazza a bordo abita nella zona e sembra venisse regolarmente accompagnata a casa dal 23enne che era alla guida del bolide finito fuori strada.
Gli inquirenti indagano anche sulla misteriosa “sparizione” di foto e filmati dai profili social delle persone coinvolte nello schianto e che potrebbero dimostrare che nelle ore precedenti all’incidente, il conducente e altre persone a bordo si trovavano in un locale della Movida ad una festa ad alto tasso alcolico.

Un “trucco” che – se confermato – potrebbe rivelarsi un boomerang per gli autori poiché sarebbe possibile ritrovarli e costituirebbero una prova schiacciante di una attività “omissiva”.
Per i tre a bordo del Suv è già scattata la denuncia per lesioni personali gravissime e omissione di soccorso perché dopo l’incidente, invece di prestare soccorso alle ragazze ferite, avrebbero liberato il Suv dagli scooter che lo bloccavano per poi fuggire nel tentativo di non essere identificati.

Il proprietario del Suv è stato infatti ritrovato diverse ore dopo a Marassi, mentre cercava di nascondersi e gli altri occupanti del veicolo erano già fuggiti.
Uno di loro avrebbe dichiarato agli inquirenti di aver temuto per la propria incolumità subito dopo l’incidente e che il gruppo avrebbe deciso di fuggire perché temeva di essere linciato per quanto avvenuto.
Una ricostruzione ancora tutta da confermare anche alla luce delle molte ore trascorse tra l’incidente e l’autodenuncia ma anche per i filmati che sarebbero stati girati da alcuni testimoni.

L’indagine prosegue e ancora una volta si lancia l’appello agli eventuali testimoni di presentarsi alle forze dell’ordine anche per ricostruire il comportamento del conducente del veicolo che potrebbe aver guidato in modo pericoloso anche in altre occasioni.