Genova – Non si spengono le polemiche sull’abbattimento di alcuni alberi lungo il viale alberato di corso Galliera, nel quartiere di Marassi e San Fruttuoso.
Almeno cinque esemplari ultra centenari sono stati abbattuti senza preavviso da operai del Comune di Genova tra le proteste dei residenti.
Nei giorni scorsi Aster ha mostrato le foto di un tronco letteralmente cavo “a causa di una infezione” portata da un particolare fungo che corrode il legno del tronco ma i residenti ribattono che gli altri alberi non presentavano alcun segno di corrosione e sembravano perfettamente in salute.
Il timore diffuso è che i grossi alberi vengano abbattuti per “altri motivi” ed in primis la recente decisione del Comune di realizzare una pista ciclabile a ridosso dei posteggi “a lisca di pesce” presenti nella zona.
La presenza di alberi – secondo i timori dei residenti – causerebbe problemi di visuale ad automobilisti e ciclisti – e potrebbe essere la vera motivazione per il taglio degli enormi tronchi.
“Se gli alberi erano tutti malati ci sarà la documentazione che lo attesta – denunciano i residenti – e vogliamo che questa documentazione venga mostrata. Non ci basta la foto di uno dei cinque alberi per dimostrare che le piante erano malate. Chi ha autorizzato l’abbattimento lo avrà fatto con una motivazione e noi la vogliamo conoscere”.
I residenti della zona si dicono “stupiti” anche del silenzio delle associazioni ambientaliste che hanno assistito alla distruzione di alberi che hanno più di un secolo senza alcuna reazione.
“Eravamo convinti che difendere gli alberi fosse importante – spiegano – e invece tutto tace e sembra normale che piante storiche vengano abbattute senza un apparente motivo. Ci aspettavamo di più da chi dice di voler difendere la Natura”.
Il comitato che difende gli alberi di corso Galliera è convinto che gli abbattimenti non si fermeranno ai primi cinque alberi e chiede l’intervento del Municipio per garantire che la documentazione per l’abbattimento sia “completa e motivata” e minaccia denunce e di far verificare le reali condizioni degli alberi a esperti indipendenti.
“Esistono strumentazioni in grado di analizzare il tronco e di stabilire se l’albero è a rischio o meno – precisano i residenti – e macchine che possono anche dire se l’albero va potato in un certo modo per aumentarne la stabilità. Ci domandiamo se questi esami siano stati fatti o se ci si limita a un’osservazione”.
La popolazione residente ma anche le tante persone che ogni giorno percorrono corso Galliera si domandano come sia possibile che enormi alberi ultra centenari possano essere abbattuti senza clamore e senza reazione da parte di chi deve vigilare.
Piante maestose, che fanno parte del paesaggio circostante, dovrebbero essere protette anche da vincoli paesaggistici.
“Nessuno ha da dire nulla su quanto sta succedendo in tutta la città? – si domandano i componenti del comitato – Ovunque si tagliano alberi nel silenzio generale e poi si invoca la difesa dell’ambiente e la cura del territorio”.
Al comitato si domandano anche se i ciclisti e i sostenitori della pista ciclabile non vogliano sapere anche loro se esiste un qualche collegamento tra la tracciatura delle piste proprio in corso Galliera e l’abbattimento degli alberi.
“Immaginiamo che chi rivendica una scelta “green” lo faccia a 360° – spiegano al Comitato – e per questo chiediamo loro di unirsi alla nostra battaglia per sapere se davvero gli alberi erano malati e per arrestare altri abbattimenti che – ci dicono – sono in programma”.
aggiornamento alla notizia
A precisazione circa le cause dell’abbattimento degli alberi in corso Galliera è opportuno riportare anche l’intervento di Tiziana Notarnicola, assessore al Territorio del Municipio VIII Medio Levante che, pur non direttamente interessata per competenza territoriale, segnala che:
“L’abbattimento si è reso necessario a seguito dell’infezione (verificata dal Servizio Fitopatologico Regionale) di cancro colorato, temibile fungo che porta a morte i platani.
L’intervento è dettato da un decreto nazionale di lotta obbligatoria teso a ridurre la diffusione di questo temibile parassita.
La soluzione consiste appunto nell’eliminazione della pianta colpita e di quelle vicine che sono molto probabilmente infette.
La procedura è obbligatoria ed è necessario lo smaltimento controllato del residuo infetto.
Le ceppaie, che verranno devitalizzate, verranno chiuse e asfaltate. I reimpianti verranno valutati in seguito con varietà resistenti”.
Appreso dell’ulteriore precisazione sulle cause che hanno portato al taglio dei platani e la presenza di una “certificazione” ufficiale della malattia, i Cittadini chiedono che tale documentazione venga resa pubblica per “trasparenza”, in modo da fugare definitivamente ogni possibile dubbio in proposito.
Si chiede inoltre di sapere se le nuove piante posizionate in zona nelle ultime ore, pronte per sostituire quelle tagliate, siano di specie resistente alla malattia visto il “rischio di contagio”.
Si desidera inoltre conoscere se siano stati presi provvedimenti particolari di cautela, nelle operazioni di potatura e taglio – ma anche nello smaltimento del legno presumibilmente malato, visto che sembra che la malattia sia contagiosa e che il responsabile, un fungo, possa trasmettersi ad altre piante anche e soprattutto per l’opera dell’uomo che utilizza strumenti “infetti” per altre operazioni di taglio e potatura rischiando la diffusione dell’infezione anche a piante sane.
“Se il legno può essere infetto – spiegano i residenti – perché resta sul posto da giorni?”
A far aumentare il senso di incertezza e i dubbi, poi, la sintomatologia dei Platani affetti da cancro colorato che, secondo esperti del settore, non provoca la corrosione del legno ma, piuttosto, l’avvizzimento delle foglie.
Gli alberi malati dovrebbero aver presentato dei forti problemi al fogliame.
Nei giorni scorsi, a motivazione del taglio, erano invece state mostrate delle immagini che mostravano un tronco scavato da quello che è stato presentato come “carie del legno” che risulta provocata da funghi per la maggior parte appartenenti alla divisione dei Basidiomycota.
La “confusione” indotta nei cittadini da diverse e contrastanti comunicazioni, alimenta la diffusione di dubbi e necessita, a maggior ragione, di un chiarimento.
Gli esperti del settore affermano che un’analisi di campioni di materiale permetterebbe di fugare ogni dubbio e con costi relativamente bassi (circa 100 euro a pianta).
Resta da stabilire chi dovrebbe farsi carico delle analisti di verifica delle cause di ammaloramento.
Nelle prossime ore il Comitato dei Cittadini potrebbe decidere di procedere alle analisi privatamente e con testimoni.
Questo il video di Aster diffuso nella Giornata dell’Albero 2020