A Genova c’è una casa, posta in cima ad un monte e con una vista mozzafiato su tutta la città che è rimasta disabitata per decine di anni perché considerata “maledetta” e teatro di misteri e di una terribile tragedia. Si tratta della cosiddetta “casa nera”.

Nata come osservatorio della Marina Militare, deve il suo nome al colore delle pareti della prima costruzione, interamente ricoperta di catrame per risultare di colore molto scuro e di difficile individuazione. La sua posizione rialzata rispetto al Porto costituiva, insieme, il suo punto di forza ma anche il suo punto debole visto che da lassù si poteva osservare il mare per miglia e miglia ma sempre da mare – o da un aereo – si poteva essere presi di mira.

Costruita in cima al monte Cucco è sopravvissuta per decenni all’espansione urbanistica della città, sempre più affamata di spazi, perché sorgeva su “zona militare” e nonostante l’abbandono, subito dopo la seconda guerra mondiale, è arrivata sino agli anni 60 con un lento e costante declino, dovuto all’abbandono.

Il colore decisamente particolare, interamente nero, non ha mai donato alla costruzione una buona immagine ma una serie di tragedie che vi sono avvenute hanno ammantato la casa di un alone decisamente poco rassicurante.

Nel febbraio del 1966 l’episodio più triste e grave: un bambino di circa 12/13 anni venne trovato morto nel pozzo interno all’abitazione dopo giorni di ricerche in tutta la zona.
Scomparso misteriosamente, il ragazzino venne cercato disperatamente dai genitori e dalla popolazione che viveva nella zona.
Era noto che la Casa Nera era un luogo di giochi per i bambini che vivevano nella zona ma solo quando sul posto sono intervenuti i “cani” delle ricerche persone scomparse, le indagini si sono rivolte alla casa.
Il dubbio che il piccolo potesse essere salvato si tramanda con le leggende metropolitane sulla sua scomparsa, mai chiarita sino in fondo.

La gravità dell’episodio tenne lontani i bambini dalla Casa Nera solo per poco e l’alone di mistero e di tragicità del luogo è tornata ad attirare la loro attenzione.
Chi ha vissuto nella zona all’epoca dei fatti, però, ha ben scolpito nella memoria il ricordo di quei tragici fatti e la curiosità che la Casa Nera suscitava nei più grandicelli.

La casa rimase abbandonata ancora a lungo e i ripetuti tentativi di impedire l’accesso agli estranei era più un ulteriore stimolo ad entrare che un reale ostacolo.

Qualche tempo dopo la tragica morte del ragazzino nella Casa Nera del monte Cucco, un altro episodio funesto ne ha segnato il ricordo.
Un uomo che viveva come un clochard venne trovato morto nella Casa Nera.
Probabilmente morto di stenti e per la difficoltà della vita che conduceva ma anche il ritrovamento del corpo senza vita dell’uomo ha contribuito a costruire la leggenda tetra e misteriosa della Casa Nera.

Nel tempo è stata anche indicata come sede di culti magici e Messe Nere di satanisti ma è più probabile che il suo totale stato di abbandono abbia contribuito a circondare la Casa Nera di un alone di mistero e paura.

Recentemente l’abitazione è passata di proprietà, tornando nella disponibilità di privati cittadini che l’hanno completamente restaurata.
La posizione dominante sull’intera città ne fa certamente un magnifico immobile.
Nel quartiere, però, si racconta a bassa voce che sia comunque disabitata e che i proprietari non ci tornino volentieri.
Qualcuno sussurra di “fantasmi” e di rumori sinistri che ancora oggi verrebbero uditi da chi frequenta la zona ma si tratta di folklore e suggestione che, al momento, non trova riscontro in quanto può essere dimostrato e provato scientificamente.

La Casa Nera di Genova, però, mantiene il suo fascino misterioso ed è oggetto di curiosità e di visite da parte di chi crede in questo genere di cose.