monumento Giorgio Parodi GuzziGenova – Non si placano le polemiche dopo l’inaugurazione, a Carignano, del monumento al co fondatore della Moto Guzzi, Giorgio Parodi. In particolare l’attenzione è concentrata sul “passato” di Parodi che, in gioventù, da aviatore volontario, avrebbe partecipato a missioni di bombardamento delle popolazioni eritree e abissine durante la “guerra di conquista” dell’impero coloniale voluto da Benito Mussolini.
Un passato che in molti, a Genova come altrove, avrebbero preferito almeno non fosse celebrato nella statua che, invece di ritrarre Parodi nella sua veste di imprenditore, lo vede vestito con l’uniforme fascista da aviatore.
Anche l’Anpi di Genova ha deciso di intervenire sulla vicenda con una nota:

“Ora basta con le provocazioni – scrive Anpi Genova – Un monumento all’aviatore in divisa fascista e un volantino con la svastica contro i Sinti: sindaco Bucci, adesso condanni e parli chiaro!
Sconcerto e condanna: non possiamo dire altro di fronte a due fatti inquietanti che le cronache ci riportano in queste ore.
Ci ha lasciato sconcertati la scelta del Comune di Genova, condivisa anche dal Presidente della Regione Toti, sostenuti addirittura nell’organizzazione della cerimonia inaugurale dalla presenza delle Frecce Tricolori simbolo della Repubblica, di voler celebrare Giorgio Parodi, aviatore e imprenditore. E, guarda caso, per ricordare le sue capacità imprenditoriali, lo si immortala con un monumento in cui viene ritratto in divisa. Quella con la quale lui, da volontario, partecipò ai bombardamenti di inermi popolazioni civili, tra cui donne e bambini, durante le cosiddette guerre coloniali volute da Mussolini, invasioni di terre come l’Etiopia e l’Eritrea.
A noi sembra una di quelle modalità, sempre più diffuse e praticate, di fare del revisionismo storico, ed un vero graffio sulla pelle della città e alla sua storia democratica.
È uno schiaffo alla Medaglia d’Oro appuntata sul gonfalone di Genova che ricorda l’amore di un popolo, il nostro, che ha pagato con 1863 caduti Partigiani e 2250 Deportati mai ritornati, morti per la nostra Libertà, anche la vostra.
Che gli amministratori si rechino al Ponte Monumentale ogni 25 aprile e poi realizzino monumenti del genere o decidano di intitolare, come a Nervi, un porticciolo a un membro della XMas guidata dal golpista Borghese, appartenenza alla quale, quel “signore”ne ha sempre fatto vanto, è inquietante, è inaccettabile: i contenuti del 25 aprile non sono una pratica da sbrigare un giorno all’anno e mettere da parte sino a quello dopo, vanno invece declinati tutti i giorni, sempre.
Ma ancora più drammatico è il ritrovamento di un volantino all’entrata del campo Sinti di Bolzaneto, con una svastica e minacce di morte agli abitanti, preceduti dalla scritta “abbiamo vinto noi”. No, non avete vinto un bel nulla, ignobili estensori del volantino: tanto meno la sicurezza di poter agire indisturbati, tanto è che siete costretti a farlo, come è vostro costume al buio, di notte, da vigliacchi. Perché siamo in una Repubblica nata sui valori costituzionali della Resistenza, come ci ricorda spesso il Presidente Mattarella, sapendo che la Costituzione, come diceva Aldo Moro, che abbiamo ricordato pochi giorni fa, non è a-fascista, ma antifascista, altrimenti non se ne capisce lo spirito e l’essenza.
È incredibile dover richiamare ancora una volta le massime cariche amministrative alla necessità costituzionale di svolgere gli incarichi pubblici con dignità e onore, come previsto dalla nostra Carta, base fondante della democrazia: tra questi c’è, ed è primario, il rispetto dell’antifascismo. Chiediamo una risposta di condanna netta e urgente contro quest’ultimo, meschino episodio di razzismo e intolleranza, e una spiegazione chiara sul perché si sia voluto “onorare” nei simboli un aviatore fascista. In questo caso il silenzio sarebbe inaccettabile e complice”.

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